Docu-film su Calatubo in gara per il “World Indie Festival”. 19 aprile prima proiezione

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Un’area ricca di testimonianze archeologiche che attraversano millenni di storia umana, dalla preistoria al terremoto del Belìce (1968). Un docu-film ‘Calattubo Memories Save’ racconta la storia della rocca che sorge fra Alcamo, Balestrate e Partinico, attraverso la voce di alcuni dei componenti di “Salviamo il Castello di Calatubo”, l’associazione che cura e rende periodicamente fruibile, una parte dei luoghi d’interesse storico-archeologico del territorio. La pellicola è finalista, come miglior film indipendente straniero, al festival internazionale   ‘World Indie Film Awards’. Sarà proiettata, in anteprima nazionale, il 19 aprile alle ore 18 presso l’auditorium dell’ITET Girolamo Caruso di Alcamo. Prodotto da EsperienzaSicilia.it, con la regia di Lorenzo Mercurio, il docu- film è stato realizzato con il patrocinio gratuito del Comune di Alcamo e il supporto dell’associazione SiciliaInnova. Grotte con tracce di frequentazione antropica, una necropoli arcaica, testimonianze greco-punico-romane, medievali, moderne e contemporanee evidenziano una continuità della presenza umana nell’area dove sorge il castello di Calatubo. L’uomo lascia tracce del suo passaggio, che riaffiorano e vengono esaminate dagli studiosi insieme alle fonti d’epoca storica, lasciate da cronisti contemporanei con il fine di ricostruire abitudini, credenze e comportamenti. Tramite le parole di Stefano Catalano, Maria Rimi, Salvatore Campo e Rosario Adamo, il documentario si addentra nel cuore di un territorio con un excursus storico complesso e ricco di punti ancora da approfondire. “Calattubo”, con due T, è un toponimo utilizzato almeno fino all’epoca moderna, come nome di un possedimento nobiliare della famiglia De Ballis. Solo in tempi relativamente recenti una delle “t” è stata eliminata dall’uso comune del termine, probabilmente per addolcirne la pronuncia. Rimane chiara l’origine araba del termine. È infatti la rocca dove sorge il castello a dare il nome a tutto il comprensorio. La valle di Calatubo è inoltre attraversata da un torrente, oggi denominato Finocchio, che poco oltre la rocca si unisce a un secondo corso d’acqua, il torrente Fico.