‘Concorsopoli’, tutti rinviati a giudizio, tranne tre. Processo fissato per il 29 maggio

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Tutti rinviati a giudizio dal GUP, del tribunale di Trapani, Giancarlo Caruso, i 23 imputati del processo scaturito dall’operazione ‘Concorsopoli’ che, nel marzo del 2022, portò a numerosi arresti e a tante altre misure cautelari. Il processo, dopo la decisione dei giudici per l’udienza preliminare, prenderà il via mercoledì 29 maggio. Non andrà a giudizio una donna che versa in non buone condizioni di salute mentre sono stati prosciolti Fabio Fogetti e Andrea Nevi, in servizio al centro nazionale delle Capannelle dei vigili del Fuoco, che secondo il GUP non avrebbero commesso alcun abuso d’ufficio nel fare utilizzare la piscina del centro ad una castellammarese, Silvia Pisciotta, anche lei indagata e adesso rinviata a giudizio, candidata nell’imminente concorso.

Le menti dell’organizzazione che, secondo l’accusa, avrebbe favorito assunzioni nei vigili del fuoco ma anche nella polizia, sarebbero l’alcamese Giuseppe Pipitone, rinviato a giudizio per corruzione e traffico di influenze illecite, e Alessandro Filippo Lupo, originario di Mazzarino ma residente prima a Treviso e poi a Roma, ex segretario della UIL Vigili del Fuoco. Durante l’udienza preliminare le loro posizioni sono state alleggerite così come quelle dell’alcamese Vincenzo Faraci e del veneto Mattia Tuirn. Il Gup ha anche ritenuto inutilizzabili le intercettazioni relative a un lungo lasso di tempo, quelle effettuate dal 23 giugno del 2019 al nove agosto del 2021.

Andranno quindi a processo, a partire dal prossimo 29 maggio, anche l’ex segretario del sindacato di polizia  USIP, Vittorio Costantini, gli alcamesi Vito e Francesco Renda, Giuseppe e Mauro Parrino, Antonino e Giovanni Pirrone, tutti padre e figlio, la castellammarese Silvia Pisciotta, come già detto, e il marito Bernardo Carollo, Roberto Di Gaetano, Davide Castrogiovanni, Giacomo Rizzotto, Alessio La Colla, Francesco Ventura, Maurizio Bommarito, Gabriele Lo Iacono, Angelo Campo e i veneti  Mattia Turin e Andrea Doretto. Molti degli indagati, nel marzo del 2022, vennero arrestati o posti ai domiciliari o all’obbligo di dimora. Successivamente il tribunale del Riesame stravolse l’ordinanza del gip Massimo Corleo, rimettendo in libertà anche coloro che erano ritenuti i perni del sistema.