Chiesti 12 e 6 anni per coniugi vivandieri di Messina Denaro. Si aggrava la posizione di Luppino

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Dodici anni per Lorena Lanceri e 6 per il marito, Emanuele Bonafede. Queste le condanne richieste al termine della requisitoria dal pubblico ministero, Piero Padova, nell’ambito del processo contro la coppia campobellese. I due coniugi sono ritenuti i vivandieri di Matteo Messina Denaro nell’ultimo periodo della sua latitanza.

Lo scorso 7 giugno la Procura, ritenendo ricorrente l’evidenza della prova e scavalcando il filtro dell’udienza preliminare, ha disposto il giudizio immediato, subito condiviso dal Tribunale, a carico di Emanuele Bonafede, 50 anni,  e di sua moglie Lorena Ninfa Lanceri, 48 anni,  detenuti dallo scorso 16 marzo e imputati di avere protetto e favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro, soprattutto ospitandolo a casa loro per il pranzo e per la cena. La coppia (lei imputata di associazione mafiosa e lui di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena) ha scelto di essere giudicata con il rito abbreviato. E il pubblico ministero, Piero Padova, a conclusione della requisitoria, ha invocato la condanna a 6 anni di reclusione per lui e a 12 anni per lei. Intanto si è aggravata la posizione di Giovanni Luppino, l’imprenditore di Campobello di Mazara che il 16 gennaio aveva accompagnato il boss a fare la chemioterapia alla clinica La Maddalena e che venne arrestato assieme a lui. Luppino aveva raccontato agli inquirenti che aveva appena conosciuto Messina Denaro e che quel giorno, all’alba, gli chiese il passaggio a Palermo. Gli accertamenti dei carabinieri del Ros, però, hanno smentito la tesi.

Intanto Luppino, prima di essere arrestato, avrebbe chiesto denaro ad alcuni imprenditori, dicendo che era un emissario del padrino di Castelvetrano. Inoltre dalle analisi delle celle telefoniche risulta che Giovanni Luppino  avrebbe portato il capomafia in clinica a Palermo per ben 50 volte in due anni, mentre aveva detto ai pm che con Messina Denaro aveva solo una frequentazione occasionale. Più volte i due avrebbero passato la notte a Palermo prima della seduta di chemioterapia.