Appropriazione indebita, confermata condanna per l’avvocato alcamese Bonomo

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E’ stata confermata in appello, dinanzi alla quarta sezione penale di Palermo, la condanna per appropriazione indebita ai danni dell’avvocato alcamese Josè Libero Bonomo, 55 anni, attualmente sospeso dalla professione per le ipotesi di truffa e infedele patrocinio. Il professionista, che aveva assieme alla moglie uno studio legale ad Alcamo in corso dei Mille, è stato adesso condannato in appello a otto mesi e senza sospensione della pena. la corte ha in pratica confermato la sentenza di primo grado emessa a Trapani dal giudice Carlo Salvatore Hamel. La vicenda risale al 2013 quando due clienti di Bonomo, marito e moglie, vennero messi in guardia dall’avvocato sulle condizioni economiche non floride della ditta di famiglia della moglie che effettivamente sarebbe poi fallita. I coniugi decisero quindi di sottoscrivere un contratto di deposito irregolare, forma giuridica che ha la durata di un anno. Quando però la coppia decise di riavere indietro il denaro, quasi 300.000 euro, Josè Bonomo sostenne che era stato utilizzato per mega-parcelle rivelatesi, poi, fantomatiche. Una parte della somma venne poi restituita ma 230.000 euro rimasero nel conto dell’avvocato alcamese. I due alcamesi, il 14 ottobre del 2016, decisero di presentare querela per appropriazione indebita.

Adesso la quarta sezione penale della corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a otto mesi per Josè Libero Bonomo e anche al pagamento di una provvisionale da 10.000 euro a ciascuno delle due parti offese difese dall’avvocato Massimo Gagliardo. Non sono questi i primi e unici guai giudiziari per l’avvocato Bonomo che nel maggio scorso venne condannato al tribunale di Trapani a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici perché si sarebbe appropriato di circa settantamila euro. La somme era stata versata da un’acciaieria ad un’azienda di Alcamo fallita che si era rivolta proprio all’avvocato Bonomo per risolvere il contenzioso. La sospensione di otto mesi dall’attività professionale scaturisce invece da un raggiro che Josè Libero Bonomo avrebbe attuato nei confronti di una coppia. L’avvocato disse ai coniugi di aver liberato una loro casa di campagna,  in cui abitano, da un mutuo fondiario. In questa maniera si fece consegnare 15mila euro per chiudere la posizione con la società Amco, concessionaria del credito. Il denaro, invece, sarebbe finito su un conto estero intestato alla Legal & Order  con sede a Londra, di cui gli unici soci sono lo stesso Bonomo e la moglie, anche lei avvocato, che ha difeso il marito nel recente processo di appello per appropriazione indebita.