Castellammare del Golfo-Porto, vertice alla Regione: “Garante l’assessore”

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L’assessore regionale ai Lavori pubblici Giovanni Pizzo si farà da garante affinchè riprendano in tempi strettissimi i lavori al porto di Castellammare del Golfo. Questa la rassicurazione arrivata dallo stesso assessore all’incontro avuto ieri pomeriggio con il sindaco castellammarese Nicola Coppola, convocato proprio per verificare la situazione di stallo che oramai si protrae da ben un anno e mezzo. Quasi 18 mesi infatti sono passati da quando il cantiere al porto è stato dissequestrato dalla Procura ma nel frattempo, tra continui tira e molla ed effetti-annunci, non si è più mosso nulla. Il primo cittadino si ritiene soddisfatto del confronto avuto con l’assessore Pizzo.

Da quando il cantiere è stato dissequestrato si sono intersecati una serie di inevitabili problemi. Il principale è legato soprattutto al I lotto di lavori inerente il prolungamento del molo foraneo: c’è stata una prima perizia di variante per i danni causati dal fermo del cantiere, su cui si era raggiunto l’accordo tra ditta e Regione per la spartizione della cifra, all’incirca un milione di euro. Nel frattempo però si è insediato un altro direttore dei lavori che ha ordinato un’altra perizia di variante: ora quindi si deve trovare un nuovo accordo.

Il II lotto, che riguarda la realizzazione di arredo urbano, abbellimento, viabilità ed il riaggallamento della vasca regina, dovrebbe essere un obiettivo più immediato e fattibile. Pare comunque che dalle parole del sindaco traspare anche un po’ troppo di ottimismo. Infatti ci sono da superare anche altri intoppi, come ad esempio le ditte fornitrici non pagate: queste hanno detto chiaramente che non garantiranno più materiale se prima non verranno saldati i debiti accumulati. I cantieri furono fermati per l’esattezza nel maggio del 2010 quando la guardia di finanza avviò un’indagine relativa all’ipotesi di realizzazione dell’infrastruttura con cemento depotenziato e materiale inerte non corrispondente ai parametri previsti dal capitolato di appalto e frode nelle pubbliche forniture. In seguito, il 6 luglio dello stesso anno, i cantieri sono stati parzialmente dissequestrati ma di fatto non sono mai ripresi i lavori. All’epoca in cui scattò l’indagine furono passati ai raggi x le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori.