Alcamo: sindaco resta in carica, ma arriva la sfiducia

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Nemmeno il tempo di esultare e per il sindaco di Alcamo, Sebastiano Bonventre, è in arrivo una nuova tegola. C’è aria di mozione di sfiducia in consiglio comunale. A fare il passo saranno i tre consiglieri comunali di opposizione del movimento Abc che domani alle 11 organizzeranno al centro congressi Marconi un incontro in cui sarà per l’appunto annunciata l’imminente presentazione della sfiducia. Ipotesi sulla quale potrebbero ritrovarsi attorno tutti i consiglieri di opposizione ed anche i tanti scontenti dell’oramai ex maggioranza, come ad esempio i tre consiglieri di Area Democratica ed anche chi naviga nel gruppo misto e persino chi ancora oggi sostiene seppur tra i mugugni ufficialmente il primo cittadino. Sembra non passare mai la tempesta dal palazzo di città alcamese. Non sono neanche passate 24 ore dalla sentenza del Cga che ha confermato il sindaco Sebastiano Bonventre dopo la verifica del voto che venne fatta nel settembre scorso in prefettura in seguito ad una direttiva dello stesso Cga. In sostanza l’attuale primo cittadino in carica si è visto riconoscere un maggior numero di voti di differenza rispetto a quelli del giugno del 2012 ottenuti al ballottaggio: sono 57 quelli di scarto rispetto al suo sfidante di Abc, Niclo Solina, contro i 39 che furono validati alle scorse amministrative. La verifica dei voti fu fatta in seguito ai ricorsi presentati dallo stesso Solina sulla base anche delle indagini che vennero aperte dalla Procura di Trapani nel corso delle quali fu evidenziato un presunto voto di scambio posto in essere dall’entourage a sostegno di Bonventre. Lo stesso prefetto di Trapani, a conclusione della verifica dei voti delle scorse amministrative, sostenne che molti voti erano stati contrassegnati con croci dalla forma strana sul nome del candidato o il nome del candidato riportato su quello già prestampato sulla scheda. Il primo cittadino in carica ha sempre affermato la sua “totale estraneità ai fatti contestati dalla Procura”. Ora il Cga ha messo la parola fine alla vicenda, almeno sul piano amministrativo. Infatti sul piano penale sono in corso due distinti tronconi giudiziari. In merito il sindaco non vuole rilasciare alcuna dichiarazione. Ora però per lui comincia subito un’altra grana, quella cioè politica. L’impressione è che i numeri per una sfiducia non ci siano (servirebbe il voto di 20 dei 30 consiglieri comunali) ma il primo cittadino deve confrontarsi con le tante evoluzioni che si sono registrate in consiglio comunale: dalla perdita di ben 5 consiglieri del Pd alla nascita del Psi, per arrivare alla posizione critica dell’Ucd, gruppo di maggioranza relativa in seno al civico consesso. Dal suo canto Bonventre si è sempre detto assolutamente tranquillo, paventando anzi lui possibili dimissioni: “Non mi farò tirare dalla giacca da nessuno – ha più volte ribadito – e certamente non sono disposto a tirare a campare”.