Castellammare del Golfo-Movida della droga, quasi tutti assolti in appello: una sola condanna

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Si sgonfia il caso della movida dello spaccio a Castellammare del Golfo che venne scoperta dai carabinieri nel 2013 e che sfociò nell’operazione “Petrolo”, dal nome della piazza principale del paese marinaro dove sarebbe avvenuta la principale attività dei presunti pusher. A distanza di 4 anni tutti gli imputati, accusati di avere spacciato droga a giovani avventori di Castellammare e dintorni, sono stati assolti. In primo grado già ne erano usciti con un’assoluzione Andrei Sandu, romeno di 26 anni e unico non castellammarese tra gli imputati difeso dall’avvocato Vito Coppola, e Salvatore Turdo, di 26 anni, sostenuto dal legale Aurelio Cacciapalle. Vennero però condannati Salvatore Amoroso, Giuseppe Palmeri, Silvestro Pirrello e Francesco Turdo, rispettivamente di 28, 25, 27 e 24 anni, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Ora però quella sentenza è stata riformata dalla prima sezione Penale della corte di Appello di Palermo: in accoglimento delle richieste della difesa tre imputati sono stati assolti da ogni accusa, uno solo condannato. Ad essere stati assolti Amoroso, Palmeri e Pirrello, mentre unico condannato Francesco Turdo: per quest’ultimo, difeso anch’esso da Aurelio Cacciapalle, 8 mesi di reclusione e un’ammenda di 3 mila euro. In particolare l’indagine era scaturita prendendo le mosse da un’accusa ben precisa da parte degli inquirenti: Amoroso, Palmeri, Pirrello e Sandu erano stati accusati di avere ceduto droga  a più persone. In questo contesto venne intercettato anche Palmeri che, mentre era alla guida di un’auto insieme con Amoroso e Pirrello, avrebbe tentato di disfarsi di un piccolo quantitativo di marijuana di cui era in possesso lanciandola dal finestrino. Secondo i carabinieri Palmeri ed Amoroso si sarebbero riforniti di droga da Salvatore Turdo accusato di avere ceduto sostanza stupefacente anche ad altri soggetti. Giuseppe Palmeri, Silvestro Pirrello e Salvatore Amoroso sono stati rispettivamente difesi dagli avvocati Dario Vecchio del foro di Palermo, e Gaetano Vito Vivona e Giuseppe Mione del foro di Trapani. Ora si attendono le motivazioni che hanno indotto la Corte d’appello di Palermo ad orientarsi in questo modo. Ci saranno 60 giorni per la deposizione delle motivazioni.