Avrebbero truccato un concorso universitario per pilotare la nomina di un docente ordinario, fissando dei criteri di valutazione dei candidati e rivelando informazioni segrete come i punteggi provvisori delle graduatorie per controllarne l’esito. Un luminare della medicina è stato così arrestato dai carabinieri. Si tratta di Gaspare Gulotta, 71 anni, ex direttore del dipartimento di chirurgia del Policlinico di Palermo che è stato posto ai domiciliari. Stesso provvedimento per la figlia, Eliana Gulotta, chirurgo plastico in servizio al Civico del capoluogo isolano. Il gip Donata Di Sarno ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per altri undici indagati.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e portata avanti dai carabinieri del NAS di Palermo, Catania, Napoli e Roma, ha raggiunto complessivamente 23 persone. Un vero e proprio terremoto per gli ambienti universitari palermitani della medicina. Dai pubblici uffici sono stati interdetti anche il Direttore del Dipartimento delle Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche dell’Università, Adelfio Latteri, Leonardo Gulotta, figlio di Gaspare; Ludovico Docimo, Antonio Navarra, Giuseppe Salamone, Antonino Agrus, Giuseppe Di Buono, Vittorio Altomare Roberto Coppola, Giuseppina Campisi e Pio Sciacca. Sono indagati a vario titolo per corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.
Le indagini sono scattate nel 2019 dopo la denuncia di un medico secondo cui il direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico, Gaspare Gulotta, avrebbe “influenzato un concorso” per condizionare il risultato di una “procedura selettiva per la copertura di posti di professore universitario e ricercatori”. Per fare ciò, secondo l’accusa, avrebbero “influito sulle modalità di fissazione dei criteri di valutazione, carpendo gli appunti sui punteggi provvisori attribuiti e raccogliendo informazioni segrete” per “inserire poi nei verbali criteri di selezione più favorevoli ai candidati di loro gradimento, fino a ricorrere all’invio di lettere, di cui veniva raccomandata l’immediata distruzione dopo la lettura, nelle quali venivano segnalati i candidati graditi”. Nel corso delle indagini è stato inoltre accertato che il luminare, finito adesso ai domiciliari, grazie alla collaborazione di altri medici fra i quali la figlia, “nonostante non fosse stato presente, venisse ufficialmente inserito in equipe chirurgiche sui registri informatici del Policlinico, attestando falsamente la sua partecipazione a interventi compiuti in realtà con da altri medici”.