Il laboratorio di Alcamo dell’associazione FareAmbiente scende in campo per cercare di far modificare il Piano paesaggistico, che così per come è stato approvato dalla Regione, bloccherebbe lo sviluppo edilizio di buona parte del territorio e particolarmente penalizzate sarebbero le aree che vanno verso Alcamo Marina a partire dalla zona sottostante il viadotto dell’autostrada A-29. Intanto nei giorni scorsi il Comune ha presentato alla Regione tutta una serie di osservazioni per evitare che la città venga penalizzata. C’è allarme e preoccupazione anche da parte dei professionisti alcamesi: architetti, ingegneri e geometri. Già in diversi Comuni del Trapanese, che hanno presentato ricorso il Tar ha sospeso il Piano. Nei giorni scorsi, FareAmbiente ha inviato un dossier “ dove – dice la presidente Anna Lisa Guggino – sono state formalizzate una serie di osservazioni all’Assessorato ai Beni culturali, (Servizio pianificazione paesaggistica), e alla Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Trapani”. Fare Ambiente nelle osservazioni scrive “di non condividere: “la perimetrazione delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico”, condividendo tuttavia “la necessità di tutelare il nostro territorio comunale”. Fare Ambiente osserva che :nell’area indicata come 19d Paesaggio agrario e percettivo del Golfo di Castellammare, la dicitura “In queste aree non è consentito: realizzare manufatti e opere che possano direttamente alterare i caratteri di panoramicità dell’area;” appare estremamente generica e dunque suscettibile a libere interpretazioni del funzionario di volta in volta incaricato della istruttoria delle richieste, e pertanto si ritiene necessaria una dettagliata definizione della tipologia delle opere e dei manufatti non realizzabili”. Nell’area indicata come 19h “Paesaggio della fascia costiera”, il livello di tutela 3 imposto dal Piano, non consente, tra le altre, la variante della destinazione d’uso degli edifici esistenti. Ora, se è condivisibile il divieto di utilizzare altro suolo per realizzare nuove costruzioni, non altrettanto si può dire per il divieto di che trattasi. Infatti la vocazione agricola e turistica del territorio richiedono che venga lasciata la possibilità di mutare la destinazione degli edifici esistenti, vuoi per realizzare impianti di trasformazione di prodotti agricoli, che per scopi ricettivi, ludici o ricreativi. Come pure eccessivo appare il divieto di realizzare nuove strade per due ordini di motivi perchè le vie di penetrazione alle aree agricole oggi sono insufficienti a favorire il trasporto dei prodotti. Le vie di collegamento tra le strade esistenti nell’area in questione e la fascia costiera della zona di Alcamo Marina sono insufficienti, infatti l’area costiera di Alcamo Marina possiede solo una viabilità a “pettine”. Secondo Fare Ambiente “Poco condivisibile risulta anche il divieto di realizzazione di strutture prefabbricate anche mobili e ancor meno l’impossibilità di realizzare infrastrutture in determinate aree, dove oramai la densità abitativa è tale che esistono dei veri e propri villaggi, non si può prescindere dalla realizzazione delle indispensabili infrastrutture e reti, in particolare le reti di smaltimento dei reflui di fogna e il loro successivo trattamento”. Per l’area indicata come 19 o. Paesaggio costiero contraddistinto da urbanizzazione intensa e disordinata Il miglioramento dell’assetto idrogeologico del territorio non è più rinviabile. “L’approvazione del piano – conclude Anna Lisa Guggino – presuppone che venga prima definito il nuovo Piano regolatore”.