Acqua non potabile a Castellammare, atteso esame su limpidezza. Persiste divieto

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E’ trascorso oltre un mese dall’emissione dell’ordinanza con la quale il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, aveva vietato l’uso dell’acqua, per scopi potabili ed umani, su tutto il territorio comunale. La presenza di EscheriaColi e Coliformi, la cui presenza è stata verificata da analisi di routine dell’Asp di Trapani che hanno interessato, in origine, la fontanella della Cala Marina, ha costretto l’intera comunità castellammarese a sostituire, per oltre 33 giorni e per qualunque uso quotidiano, l’acqua delle reti idriche con quella minerale dei supermercati. Stando alle ultime notizie ricevute dal primo cittadino di Castellammare, l’esame della potabilità dell’acqua sembra essere rientrato alla normalità, ma per revocare l’originaria ordinanza di divieto occorre, i parametri da raggiungere sarebbero due: quello della potabilità e quello della limpidezza dell’acqua. Il primo, come dichiarato dal sindaco Nicola Rizzo, è stato raggiunto. Il secondo, ancora no.

L’ultimo aggiornamento comunale, pubblicato a mezzo social il 5 dicembre scorso, comunicava che le ultime analisi effettuate dall’Asp, non permettevano ancora un rientro completo alla normalità. Altri 17 giorni di incertezze e di dubbi che i castellammaresi si ritrovano a doversi sobbarcare. La vicenda ricorda molto (e forse si candida a ripetere) quella di Marsala, rimasta senz’acqua potabile per due mesi a causa dell’elevata presenza di nitrati in alcuni pozzi.  In quell’occasione però i marsalesi non rimasero a guardare. Il presidente dell’AST Gaspare Giacalone scrisse al prefetto di Trapani per rappresentare le ragioni degli albergatori preoccupati per l’imminente stagione turistica. Sulla questione intervenne anche l’associazione dei consumatori “Assoutenti Marsala”, pubblicando una sentenza della Cassazione che prevedeva il diritto dell’utente alla riduzione del canone. Alcuni punti di approvvigionamento vennero assicurati alla cittadinanza. Punti di approvvigionamento sicuro di cui non parla nessuno, invece, nella cittadina del Golfo.