Acqua ad Alcamo rientrano guasti. Zone a secco per 8 giorni. Cannizzaro, appalto da firmare

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Tre rotture in tre tratti diversi nel giro di pochi giorni alla conduttura principale che porta l’acqua ad Alcamo, quella che proviene dalle sorgenti jatine di Dammusi, e poi un paio di stop anche all’erogazione provenienti da Montescuro Ovest e gestita da Siciliacque. Così Alcamo è rimasta a secco per alcuni giorni e il personale del servizio acquedotto del comune è stato costretto ad apporre dei cartelli nei pressi dei rubinetti del bottino.

Da questa mattina tutto è rientrato, le condotte sono state rimesse in pressione e l’approvvigionamento idrico è tornato a regime. Le case degli alcamesi sono rimaste comunque senza una goccia d’acqua in media cinque giorni e in alcuni casi anche otto. Bypass fra le condutture di Dammusi e di Cannizzaro, raddoppio della tubazione che arriva al bottino di Alcamo, apporto dell’acqua proveniente da Montescuro. Tutte opere che potrebbero rivelarsi palliative o solo in grado di arginare un problema, quello dell’erogazione idrica, ce ad Alcamo va avanti da decenni.

Fra l’altro l’ok della Regione per il raddoppio della conduttura che unisce l’acqua proveniente da Dammusi con quella di Cannizzaro arrivò nel gennaio del 2022 quando il progetto definitivo venne ammesso a finanziamento. 3.817.164 euro di denaro pubblico e completamento delle opere entro un anno dall’appalto. La gara d’appalto fu poi bandita nel marzo del 2023, 14 mesi dopo, per arrivare allo scorso mese di settembre quando venne aggiudicato l’appalto. I lavori, ovviamente, non sono ancora partiti e sono in corso le verifiche alla documentazione. Il contratto con la ditta DLM Costruzioni di Messina dovrà essere firmato entro il 31 dicembre. Ma un intervento ancora più importante sarebbe quello dell’intero rifacimento della lunga conduttura che porta l’acqua dalle sorgenti di Dammusi, Chiusa e Rakali fino ai serbatoi comunali alcamesi. Più di dieci chilometri di tubature che attraversano terreni argillosi e quindi molto soggetti a smottamenti. Una necessità che, probabilmente, avrebbe meritato altri fondi del PNRR. Chissà quando capiterà un’altra occasione come quella del piano nazionale di rilancio e resilienza e quindi la possibilità di ottenere grandi somme da impiegare in tempi rapidi per le grandi opere.