‘Concorsopoli’, PM ribadiscono accuse. Il GUP deciderà il 27 su eccezioni e questioni

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Altra udienza questa mattina al tribunale di Trapani nell’ambito delle fasi processuali che dovranno servire a decidere se e chi rinviare a giudizio delle 26 persone coinvolte nell’operazione ‘Concorsopoli’, tutte indagate per un vasto giro di concorsi pilotati, soprattutto nei vigili del fuoco, e assunzioni in cambio di denaro. Il centro operativo del malaffare ipotizzato dalla procura di Trapani era proprio ad Alcamo dove l’imputato principale, Giuseppe Pipitone, aveva anche allestito un centro per l’addestramento degli aspiranti pompieri in un’area di via Spirito Santo. Nell’udienza di oggi i pubblici ministeri Francesca Urbani e Sara Morri hanno ripercorso le fasi delle indagini e confermato i capi di accusa per tutti gli imputati. Il gup Giancarlo Caruso non si è invece ancora espresso su un’articolata e lunga serie di eccezioni e di questioni, sollevate soprattutto dagli avvocati Pietro Riggi e Vincenzo Abate, difensori di Giuseppe Pipitone e Alessandro Lupo, altra figura chiave dell’inchiesta. L’eccezione più rilevante sollevata dall’avvocato Riggi, legale dell’ispettore dei vigili del fuoco, adesso sospeso, riguarda la durata delle indagini nei confronti del suo assistito.

Indagini e intercettazioni risalgono infatti al 22 maggio del 2018 e sarebbero andate avanti fino a poco tempo fa. Un periodo di indagini preliminari, quindi, di ben 5 anni che al massimo, per reati particolarmente gravi e complicati può essere esteso fino a due anni. Un’eccezione che potrebbe stravolgere, fin dall’inizio, la vicenda ‘Concorsopoli’ che tanta risonanza ha avuto anche sulle testate giornalistiche nazionali. Sollevate questioni anche sulle intercettazioni e sulle modalità con le quali sono state effettuate. Gli avvocati Vincenzo Abate, alcamese, e Gabriele Vescio, romano, difensori dell’ex sindacalista Lupo hanno sollevato dubbi sulla determinatezza del capo di accusa del loro assistito. Non sarebbero infatti determinati, secondo i due legali, né le pressioni fatte dal loro assistito  per fare assumere e nemmeno le concrete risposte dei soggetti contattati che non spuntano tra gli indagati. Il Gup dovrebbe scegliere la riserva su eccezioni e questioni nell’udienza del 27 novembre. Il procedimento, in corso di svolgimento al tribunale di Trapani, dovrà decidere quindi sul rinvio a giudizio per 26 persone, quasi tutte alcamesi.