Firme per un ospedale ‘normale’. Battaglia dell’Associazione Medico-Chirurgica Lilybetana

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Continua la raccolta delle firme a Marsala e nel circondario per far ritornare il Paolo Borsellino, ospedale non Covid. Oggi e domani banchetti nei pressi del monumento ai Mille nella cittadina lilybetana e in piazza fiera a Strasatti. Ovviamente si può firmare anche online, sulla piattaforma change.org, negli studi medici, nelle farmacie e in altri luoghi dove alcuni volontari stanno promuovendo la raccolta. Le firme sostengono una petizione che sarà inviata al presidente della repubblica e al ministro della salute.

“Tutti possiamo aver bisogno dell’ospedale, giovani e meno giovani, residenti e turisti. Per quanto riguarda il ritorno alla normalità di cui ogni tanto si legge sui giornali, non c’è niente di nuovo – si legge nella nota firmata da Alberto Di Girolamo, ex sindaco di Marsala e presidente dell’Associazione Medico Chirurgica Lilibetana – se non la promessa della riapertura di qualche sala operatoria e di alcuni posti letto, come del resto è stato fatto nei mesi estivi degli anni precedenti. Del padiglione, che doveva essere pronto nel maggio del 2021, che è indispensabile per liberare il Paolo Borsellino dai pazienti Covid, le notizie sono estremamente negative.

Il commissario dell’Asp – afferma Di Girolamo – non sa se sarà portato a termine e quando entrerà in funzione. Raccogliamo quanto più firme possibile – questo l’appello della proponente Associazione Medico Chirurgica Lilibetana; anche i cittadini di Marsala e di Petrosino hanno diritto ad avere l’ospedale funzionante per le malattie non Covid”.

L’ospedale di contrada Cardilla, inaugurato nel giugno del 2009, è diventato covid-hospital il 28 marzo 2020, nel periodo più duro della pandemia. Rimase tale fino al 18 maggio dello stesso anno e poi, dopo alcuni mesi, venne nuovamente riconvertito, il 20 ottobre, in Covid Hospital mantenendo attivi alcuni reparti e servizi anche per altre patologie. Adesso, come l’ospedale di Partinico, il nosocomio marsalese sta subendo una fase di empasse nelle decisioni del governo regionale che, da un lato, vorrebbe riportare gli ospedali siciliani alla loro vecchia funzionalità mentre dall’altro è costretto a fare i conti con la risalita dei contagi.