“Uomini coraggiosi 2023”, premiati Frazzitta e i genitori di Denise Pipitone

0
87

I protagonisti della lunga e finora vana battaglia sulla verità della scomparsa di Denise Pipitone, hanno ricevuto il premio “Uomini coraggiosi 2023”. Il riconoscimento, consegnato dall’associazione di tutela delle vittime di violenza, “Il coraggio” di Milano, ha visto tra i destinatari anche l’avvocato marsalese Giacomo Frazzitta. “Per non essere mai arretrato nella battaglia della verità su Denise”: questa la motivazione con la quale il legale Piera Maggio si è distinto, insieme ai familiari della bimba scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004, nella battaglia che da 20 anni a questa parte li vede in prima fila nell’incessante ricerca della verità.

Lo stesso premio era stato consegnato qualche giorno prima anche a Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise: “Accettiamo con piacere questo gesto di umano affetto che ancora una volta ci rincuora – ha dichiarato Piera Maggio sui social – con coraggio, io e Pietro, continuiamo ad andare avanti, nonostante le insidie siano sempre alle porte”. Tantissime, infatti, sono state le segnalazioni, dal 1 settembre 2004, data della scomparsa di Denise, giunte alle orecchie dei suoi familiari  e diverse le piste vagliate dagli inquirenti: dal primo avvistamento in piazza Duomo a Milano, o in Grecia in compagnia di nomadi, nel Lazio ad Anzio e poi ancora a Molfetta nel 2007 , in Marrocco, a Cremona e Bologna.

Tra le varie piste analizzate in questi anni, quella rom è stata quella più battuta: in questa direzione è andata anche l’ultima segnalazione risalente a qualche settimana fa. Durante una puntata della trasmissione televisiva “Quarto Grado”, erano stato comunicato che la Procura di Marsala aveva disposto accertamenti genetici sul dna di una ragazza bosniaca, domiciliata Roma e nata il 29 settembre 2002, data che non coincideva però con quella di Denise avvenuta, invece, nel 2000.

Anche l’esito di questo esame era risultato negativo. Nel 2021 un’altra ragazza russa andò in televisione, raccontando di essere stata rapita e poi ritrovata in un campo rom: anche in questo caso si trattò di un falso allarme. Una serie infinita di vane possibilità che i genitori di Denise Pipitone, nonostante le delusioni e il dolore, non hanno mai fermato la loro voglia di ricerca della verità.