Tra vampate e ricordi del passato, la sera tra il 7 e l’8 settembre, si festeggia la fine dell’estate

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La notte tra il 7 e l’8 settembre nel territorio alcamese era un altro ferragosto. Si festeggiava la fine dell’estate, per chi villeggiava ad Alcamo Marina e nelle zone limitrofe, ma anche in città. Era un vero e proprio evento che si aspettava con tanta emozione. Falò e vampate dalla spiaggia fino alle campagne, erano una vera e propria tradizione che partiva da lontano.

Erano infatti gli antichi pagani che dedicavano le vampe alle divinità per chiedere di allontanare gli spiriti cattivi e potere vivere meglio. Nei tempi moderni, invece, le vampate rientrano nella vigilia della Natività della Beata Vergine Maria che precede la festa della Madonna dell’Alto, che si festeggia domani ed è molto sentita da tutta la comunità alcamese. Tra l’altro, la tradizione dei falò sempre nella notte tra il sette e l’otto, era una gioia per i ragazzi e adolescenti. E così vedevi passare giovani in motorino con tanti pezzi di legna da ardere ai falò in spiaggia. Grande fermento con tante persone riversate per strada, come se fosse ferragosto, appunto, per assistere al grande evento. Le vampate ad Alcamo sono raccontate e descritte nel libro “Usanze e costumanze” dello storico Roberto Calia. Oggi tutto questo si è  perso. Da anni, infatti, non è più possibile in quanto vietato fare falò in spiaggia.

I residui non fanno altro che inquinare e deturpare l’ambiente e inoltre possono costituire un serio rischio per i passanti. Con l’arrivo della pandemia, quello che un tempo era un’occasione di ritrovo tra comitive, oggi non farebbe altro che creare assembramento, assolutamente vietato.