TARI salatissima a Trapani nonostante ‘Partecipata’ e impianti in loco

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Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, amministratore espertissimo in quanto già primo cittadino a Valderice ed Erice, avrà ben poco da gongolare. Il comune trapanese è infatti  quello, tra tutti i capoluoghi di provincia d’Italia, che ha avuto nel 2020, per valori assoluti, la più costosa TARI, la tassa comunale sui rifiuti.

E meno male che lo stesso comune trapanese ha una società partecipata, con relativi impianti, proprio nel suo territorio. A Trapani, per l’imposta relativa allo scorso anno, si paga mediamente 494 euro a famiglia. Dopo la cittadina trapanese ci sono la calabrese Crotone, 476 euro, e la campana Benevento 472 euro all’anno. Il dato poco allegro per i trapanesi emerge e dallo studio annuale del servizio territoriale del sindacato della Uil.

In Sicilia, dopo Trapani, troviamo Agrigento e Messina con una spesa annua per la TARI rispettivamente di 470 e 450 euro a famiglia. Particolarmente ampia la forbice con i comuni che invece riescono a pesare meno sulle tasche dei contribuenti. Il servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in una decina di cittadine va dai 133 euro di Potenza fino ai 191 della marchigiana Fermo. Rispetto a Trapani ed Agrigento le cose vanno molto meglio nella città metropolitana di Palermo che ha un costo medio a famiglia, per la TARI del 2020, pari a 282 euro.  In queste aree, invece, cartelle salate per i messinesi e i catanesi: 450 euro per i primi e 403 euro per i secondi.