Spaccio della ‘banda della pizzeria’ a Trapani, sequestro di beni ai Di Pietra

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Una famiglia nel business della droga. Sigilli a due pizzerie e a 20 veicoli, tra automobili e scooter, per un valore complessivo di circa 300 mila euro. Protagonisti della vicenda sono due trapanesi, Salvatore ed Emanuele Pio Di Pietra, padre e figlio rispettivamente di 45 e 24 anni, entrambi ai domiciliari dopo l’arresto del gennaio del 2022. Tra i beni confiscati: un appezzamento di terreno in una frazione di Valderice, dove sorge un’abitazione abusiva; due pizzerie a Trapani, undici automobili, otto motocicli, un ciclomotore, tre conti correnti e due rapporti bancari/postali. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Trapani, è stato eseguito congiuntamente da carabinieri e polizia. Secondo l’accusa i beni sarebbero stati acquistati dai Di Pietra grazie alla loro fiorente attività di spaccio di droga.

Dalle indagini, è emerso che nel periodo 2018-2020, il padre sarebbe stato l’anello di congiunzione con gruppi criminali operanti nel palermitano, dove era solito rifornirsi all’ingrosso. Il quarantacinquenne, inoltre, era riuscito a mettere in piedi un’organizzazione dedita alla vendita di droga in alcuni esercizi commerciali, di cui lui stesso disponeva, con accordi di compravendita che venivano effettuati telefonicamente. Inoltre Salvatore Di Pietra avrebbe fatto ricorso alle capacità criminali del figlio Emanuele Pio, ritenuto l’alter ego del padre. Secondo le indagini il 24enne sarebbe propenso all’uso della violenza e delle armi nonché incapace di contenere i suoi istinti criminosi. Anche dopo l’applicazione di misure cautelari e pene detentive, il giovane trapanese sarebbe riuscito a realizzare una fiorente attività di spaccio, gestendola sempre più autonomamente e con la collaborazione di suoi coetanei. Negli anni ha mostrato i caratteri tipici della figura del “capo”, pronto a commettere reati ogni qualvolta che la situazione lo richiedeva, sia verso gli acquirenti di droga che non saldavano i debiti, che nei confronti di gruppi criminali antagonisti. Padre e figlio, insieme ad altri familiari, avrebbero anche investito guadagni illeciti in beni immobili, mobili e attività imprenditoriali.

Le indagini patrimoniali, svolte da personale specializzato della polizia e dell’arma dei carabinieri verso i due Di Pietra, hanno consegnato una rilevante “sproporzione” tra i redditi lecitamente acquisiti e la reale disponibilità economico-finanziaria di padre e figlio e dei loro nuclei familiari. Le attività commerciali e i beni sono stati affidati ad un amministratore nominato dal Tribunale di Trapani.