Soppressione archivio comunale di Alcamo, scatta la protesta

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Insorgono uomini di cultura e tecnici del settore edile, in particolare, per la decisione di sopprimere l’archivio notarile mandamentale della città di Alcamo. L’argomento è all’ordine del giorno del consiglio comunale della seduta in programma domani giovedì alle 17. L’archivio si compone di oltre 300 faldoni e contiene migliaia di documenti. Venne istituito nel 1866 insieme alla biblioteca che dispone di un patrimonio librario di quasi 90 mila copie. Pinacoteca e museo etnografico, più servizi per i bambini disponibili nella biblioteca intestata al poeta alcamese  “Sebastiano Bagolino” ( 1562-1604). Si trova oggi in ampi saloni del collegio dei gesuiti e si deve allo storico Roberto Calia, direttore per 33 anni, andato in pensione nel 2013, l’attuale e definitiva collocazione dopo essere stata ospitata nella chiesa di San Giacomo della Spada e negli ex garage Segesta di piazza Ciullo. La chiusura comporterà il trasferimento nell’archivio di Trapani. Per le consultazioni a pagamento a Trapani gli alcamesi saranno costretti a raggiungere il capoluogo provinciale. Consultazioni a pagamento, mentre ad Alcamo fino a quando il servizio ha funzionato bene, le visure sono state gratis. La soppressione significa la perdita della memoria e notevoli disagi per coloro i quali hanno bisogno di consultare tali atti per motivi di studio. Per una tesi di laurea. Per la richiesta da parte di tecnici di titoli di proprietà su terreni e immobili spesso necessari in caso di vendita. L’ufficio degli atti notarili avrebbe dovuto trovare una sede definitiva negli attigui locali dell’ufficio tecnico. Interviene l’assessore alla Cultura, Donatella Bonanno che ha seguito la vicenda: “L’archivio non funziona da diversi anni e non è consultabile perché manca l’archivista capo e il personale per il suo funzionamento. I faldoni sono ammassati in una stanza e sono da sistemare e molti da rilegare. Il trasferimento a Trapani e la soppressione ad Alcamo è inoltre un atto dovuto previsto dalla legge. Abbiamo lavorato con la Sovrintendenza ai Beni culturali anche per il loro restauro. Non c’è da parte nostra alcuna volontà di togliere l’archivio , ma è un atto dovuto per legge”.