Regione al Comune di Alcamo: “Su bilancio atti consequenziali”

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“Si prenderanno gli opportuni e consequenziali provvedimenti del caso se non sarà rispettato il termine per l’approvazione del bilancio”. Così in estrema sintesi ha risposto l’assessorato regionale alle Autonomie locali al Comune di Alcamo da dove era partita una missiva in cui il commissario del Comune, Giovanni Arnone, faceva presente che ad oggi l’ente non è ancora dotato di strumento finanziario e che quindi si sta prefigurando una grave situazione sul piano economico-amministrativo. In parole un po’ più semplici, un vero e proprio crack che è sempre più dietro l’angolo tanto che dall’1 ottobre si parla già di dichiarazione di pre-dissesto per il municipio. Tutto confermato dal commissario che, seppur non considera l’attuale situazione disastrosa per l’ente locale, ha comunque ammesso che se non dovesse essere approvato il bilancio entro i termini i problemi sarebbero certamente più concreti e non si potrebbe più tamponare come lo si sta facendo adesso.
L’assessorato regionale, rispetto a questo allarme che giunge da Alcamo, si è limitato ad allargare le braccia. Si deve solo attendere la scadenza dei termini per l’approvazione del bilancio, ad oggi fissati dalla Regione al 30 settembre salvo ulteriori proroghe, dopodichè l’assessorato potrà prendere le eventuali contromisure. Prima fra tutte l’invio di un commissario ad acta per l’approvazione del bilancio. Al momento c’è una situazione di stallo al Comune, con la maggioranza del consiglio comunale da una parte che non vuole avallare l’aumento delle imposte per coprire il disavanzo di bilancio di oltre un milione di euro, e il commissario e i dirigenti del Comune dall’altro che invece continuano a insistere che non esiste altra via d’uscita. Intanto continua il braccio di ferro con il consiglio comunale. L’invio della lettera alla Regione da parte del commissario non è piaciuto al consigliere Antonio Nicolosi: “In pratica Arnone – sostiene – ha chiesto l’attivazione delle procedure previste dalla normativa, ovvero lo scioglimento del consiglio comunale a causa della mancata approvazione degli aumenti delle aliquote Imu e Tasi. La gravità della cosa mi pare evidente e risiede nel fatto che l’amministrazione chiede lo scioglimento dell’organo preposto al suo controllo. La pressione sul consiglio comunale ha ormai raggiunto livelli inimmaginabili”.