Proposta di forno crematorio, putiferio ad Alcamo. Altra spaccatura nel M5S

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forno crematorio

Cambia il nome, da forno a templio, ma un’eventuale proposta di cremazione dei defunti fa scoppiare il putiferio politico, dopo Castellammare del Golfo, anche al comune di Alcamo. La vicenda ha procurato una secca spaccatura all’interno del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle con i consiglieri Antonino Asta e Rosalba Puma che hanno fatto ferro e fuoco per essere venuti a conoscenza del progetto quasi per caso. I due esponenti della maggioranza, malpancisti da tempo, hanno quindi abbandonato i lavori.

In pratica nel corso dei lavori per l’approvazione delle variazioni di bilancio, un punto all’ordine del giorno prevedeva la presa d’atto del report sul controllo strategico e ricognizione dello stato di attuazione dei programmi del DUP 2020/2022. Proprio qui è scoppiato il putiferio quando l’ingegnere Anna Parrino, dirigente del settore 2 dei lavori pubblici e servizi cimiteriali, ha
comunicato la recente verifica di fattibilità della realizzazione di un templio crematorio. L’impianto di cremazione rientra fra l’altro fra gli obiettivi strategici del PEG, al numero 597 ID 961. Asta e Puma hanno puntato il dito contro l’amministrazione accusandola di poca trasparenza nei programmi e di scarso coinvolgimento del consiglio comunale.

Una situazione comunque alquanto ingarbugliata fra Dup, Peg e proposta di project financing pervenuta al
comune di Alcamo. Proviamo a fare chiarezza. Il 4 novembre del 2019 la ditta ‘Urcioli 3’ di Avellino ha inoltrato una richiesta per realizzare, con progetto di
finanza, quindi con somme a carico della stessa azienda, di un templio o forno crematorio. La legge prevede che i comuni debbano rispondere a tali richieste, e dare un giudizio sulla fattibilità, per non incappare in sanzioni e deferimenti.

La direzione 2 ha quindi risposto alla proposta della Urcioli 3 segnalando che la proposta non fosse realizzabile in quanto l’area individuata al cimiero ‘Cappuccini’ dalla stessa ditta avellinese non è di proprietà comunale. Dalle ricerche nei documenti del Comune non siamo riusciti a comprendere se di forno crematorio si parla espressamente nel DUP o soltanto nel PEG. Di certo è un argomento inserito nella programmazione della giunta Surdi di cui i consiglieri comunali, come denunciato da Asta e Puma, erano quasi del tutto all’scuro.