Processo ‘Oro Bianco’. Investigatore esplica al PM 40 capi d’accusa, da lunedì il contro-esame

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E’ stato già sentito tre volte dai PM, e lunedì è stata già fissata la quarta, l’investigatore di polizia del commissariato di Alcamo che ha condotto anni fa le indagini che portarono a mettere a segno l’operazione ‘Oro Bianco’ ed a sventare un grosso traffico di droga dal Lazio alla Sicilia, soprattutto nel territorio fra Partinico ed Alcamo. Il commissario Ignazio Coraci sarà poi al centro di altre udienze per il contro-esame da parte degli avvocati difensori degli imputati. Il capo della squadra anti-crimine del commissariato di Alcamo sarà anche il perno del processo cosiddetto ‘Oro Bianco 2’ e che vede alla sbarra anche alcuni professionisti, alcuni dei quali definiti insospettabili: macellai, imprenditori, un barbiere e persino un infermiere. Una decina invece gli imputati nel processo ‘Oro Bianco 1’ che vede fra i personaggi principali coinvolti anche un autotrasportatore incensurato, Francesco di Giovanni, padre di Giuseppe, quest’ultimo già condannato per mafia nell’ambito dell’operazione Freezer. Una quarantina i capi d’accusa esplicati in aula dall’investigatore alcamese della polizia.

Lunedì prossimo prenderà il via il contro-esame. L’avvio del processo in via ordinaria è stato molto rallentato per il lungo tempo necessario a trascrivere la grandissima mole di intercettazioni che rappresentano il perno delle indagini. Alcuni degli indagati sono stati già giudicati e condannati in abbreviato e stanno già affrontando il giudizio di secondo grado. Un’indagine anti-droga ampia ed articolata, che ha visto all’opera la squadra investigativa del commissariato alcamese di pubblica sicurezza, che nell’ottobre del 2021 portò ad otto arresti fra Alcamo e Partinico ed a una quindicina di avvisi di garanzia, quasi tutti sfociati in rinvii a giudizio. Il processo riguarda il vasto traffico di droga e la stretta collaborazione fra due nuclei criminali, uno di Alcamo-Partinico e l’altro laziale di Latina. Gli stupefacenti arrivavano dalla regione del centro-Italia ma i probabili siti di approvvigionamento si trovavano anche in Albania e in Sud-America. Quello smercio di stupefacenti ha portato a sette condanne nell’ambito del processo in abbreviato. Le più pesanti a carico di Giuseppe Di Giovanni, del partinicese Gioacchino Guida e di Antonino Vilardi, altro alcamese. Le indagini della polizia vennero avviate nella primavera del 2017 e proseguirono fino all’estate del 2019. L’inchiesta avrebbe permesso di ricostruire l’organigramma del sodalizio dedito allo smercio di grosse quantità di droga, soprattutto cocaina ma anche hashish e marjuana.