Personale covid in scadenza, 9.000 in Sicilia. NurSind chiede proroga a tutto 2022

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La lunga pandemia ha creato in Sicilia un nuovo esercito di precari. Novemila fra sanitari, tecnici e amministrativi assunti per la lotta al Covid e per la campagna vaccinale. Le varie ASP stanno procedendo in ordine sparso per proroghe o tagli. A Trapani tutto il personale è stato prorogato fino al 30 giugno anche se con orario ridotto. All’azienda sanitaria di Palermo si sta lavorando per la stabilizzazione di medici e infermieri reclutati tramite selezione. Una piccola parte del personale sanitario assunto per covid   potrebbe essere stabilizzata grazie alla legge di bilancio approvata a dicembre dal governo Draghi. Il resto prima o poi dovrebbe trovare spazio nella sanità pubblica alla luce degli enormi vuoti presenti negli organici delle varie ASP. Chi rischia di ritornare presto è invece l’esercito dei 2.500 amministrativi, ingegner e informatici che lavorano negli hub, negli ospedali, nei servizi territoriali.

“Qualora non si dia seguito alla proroga, ci saranno rilevanti criticità negli ospedali siciliani e nei distretti territoriali” ha scritto la federazione dei medici Cimo in una nota inviata all’assessore Razza. La stessa richiesta è stata avanzata dal sindacato Fials che ha chiesto la proroga dei contratti di tutto il personale Covid fino al termine dell’anno. Adesso è arrivata l’iniziativa del sindacato degli infermieri Nursind che ha avviato una petizione per chiedere la proroga dei contratti covid che sono in scadenza il 31 marzo.

L’iniziativa è partita da Trapani, dal coordinatore regionale, l’alcamese Salvo Calamia, che ha avviato una serie di attività in tutta l’Isola per sensibilizzare le istituzioni sulla situazione precaria dei lavoratori che nel biennio hanno affrontato l’emergenza pandemica. “Nonostante la fine ormai prossima dello stato di emergenza – spiega il coordinatore regionale Salvo Calamia – registriamo un aumento di casi di positività e solo una riduzione leggera dei ricoveri. Riusciamo a far fronte a questa situazione con il personale in servizio, mentre in caso di scadenza dei contratti si registrerebbero gravi criticità. Chiediamo quindi che venga recepita la norma nazionale che consente la stabilizzazione del personale reclutato per l’emergenza covid che ha maturato almeno 18 mesi di lavoro anche non continuativi”.