Partinico, luce su due omicidi del 2007 e del 2011: scattano tre arresti tra mandante ed esecutori

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A distanza di anni si fa luce su due omicidi di mafia a Partinico. Sono quelli di Giuseppe Lo Baido, freddato il 13 luglio del 2007, e di Giuseppe Cusumano, ucciso il 2 settembre del 2011. All’alba di oggi la direzione distrettuale antimafia ha arrestato per quei delitti Francesco Lo Iacono, ed i fratelli Corrado e Domenico Spataro della famiglia mafiosa di Resuttana.

Sarebbero stati loro tre, insieme a Sergio Macaluso oggi collaboratore di giustizia, ad uccidere i due partinicesi nel contesto di una faida che si era aperta tra le famiglia mafiose di Partinico e quelle di Palermo. In buona sostanza si voleva fa abbassare la cresta ad una determinata famiglia mafiosa che voleva tentare la scalata ai vertici della cosca per prenderne il controllo. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip è arrivata a conclusione di una complessa attività d’indagine partita dapprima dalle parole di Macaluso, il quale si è autoaccusato dei due omicidi, e poi riscontrate con una serie di intercettazioni che hanno permesso di ricostruire con esattezza il quadro indiziario.

Secondo quanto accertato, Macaluso avrebbe ucciso Lo Baido con la complicità del cognato Corrado Spataro mentre Cusumano venne ucciso sempre da Macaluso ma questa volta con l’aiuto di Domenico Spataro. Il mandante sarebbe stato invece il partinicese Francesco Lo Iacono. Due fatti di sangue che sono collegati ad una vendetta maturata nell’ambito della faida che all’epoca si era aperta a Partinico per il controllo del mandamento. Tutto nacque da un altro omicidio, quello di Maurizio Lo Iacono, ucciso il 3 settembre del 2005 (nella foto) per il controllo del territorio. In tal senso lo scenario lo aveva già ricostruito anni fa un’altra pentita, la partinicese Giusy Vitale, sorella dei super boss sanguinari Leonardo e Vito condannati all’ergastolo.

In poche parole si era creata una spaccatura tra l’asse formato da Leoluca Bagarella e Totò Riina e l’allora superlatitante corleonese Binnu Provenzano per una questione di controllo e confini del territorio partinicese. Lo Iacono, 34 anni e sorvegliato speciale, era collegato a Provenzano mentre Cusumano e Lo Baido si ritenevano fossero vicino all’altra sponda del duo Bagarella-Riina. Da questo scontro le strade di Partinico tornarono a tingersi di rosso e in seguito all’uccisione di Maurizio Lo Iacono furono poi commissionati gli omicidi di Lo Baido e Cusumano per l’appunto.

I tre arresti di oggi rappresentano una tranche dell’operazione “Talea”, eseguita nel dicembre del 2017 nei confronti degli esponenti dei mandamenti mafiosi palermitani di Resuttana e di San Lorenzo, nell’ambito della quale venivano intercettate alcune conversazioni in cui Macaluso faceva riferimenti alla sua partecipazione ad alcuni gravi fatti di sangue. A seguito della successiva collaborazione, lo stesso Macaluso si è autoaccusato dei due omicidi, rivelandone le motivazioni, il mandante, i complici materiali e le relative modalità di esecuzione.

Vi furono successive attività di intercettazioni autonome nel corso delle quali si riscontravano pienamente le dichiarazioni del collaboratore. A riscontrate il tutto poi anche le parole di un altro collaboratore, Domenico Mammi, il quale ha rilasciato dichiarazioni che risultavano nel merito concorde rispetto a quelle fornite da Macaluso.