Alcamo-Indagine anti terrorismo, meccanico davanti al Gup

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Una centrale ad Alcamo all’interno di un’officina meccanica  dove rimettere  a nuovo camion acquistati all’asta bandita dall’Esercito, che avrebbero dovuto essere dismessi, ma che invece venivano messi a nuovo e quindi resi pienamente efficienti e pronti per essere esportati in Somalia, destinati ai terroristi di Al Shabaab, definiti la peste del Corno d’Africa per le inaudite violenze delle quali da anni si rendono responsabili. In otto, tra i quali un meccanico alcamese con officina in contrada Faranna, avrebbero fatto parte “di un’associazione, insieme ad altri soggetti rimasti ignoti, – scrivono i magistrati-  al fine di esportare materiale di armamento, in particolare autocarri dismessi dall’Esercito italiano progettati per uso militare in violazione all’embargo nei confronti della Somalia”. Un’indagine partita cinque anni fa per la quale i giudici Geri Ferrara e Claudia Ferrari della Procura della Dda di Palermo, Sezione antiterrorismo hanno chiesto il rinvio a giudizio per otto persone: quattro somali, un marocchino, due siciliani e uno abitante a Verona fissando, dopo alcuni rinvii, l’udienza preliminare davanti al Gup del tribunale di Palermo, per mercoledì prossimo. Sono accusate di associazione a delinquere finalizzata alla violazione dell’embargo di armamenti a favore della Somalia con l’aggravante della trans nazionalità per finalità terroristiche. Questa indagine ha portato gli investigatori a scoprire ad Alcamo un’autofficina di contrada Faranna dove sarebbero stati rimessi a nuovo almeno otto autocarri. Il meccanico alcamese Antonio Ingoglia , 46 anni, risulta tra gli otto indagati che debbono rispondere di gravissimi reati. “Ritengo – dice l’avvocato Pietro Riggi, difensore di Antonio Ingoglia – che il mio assistito ha riparato gli autocarri facendo solo il suo mestiere senza sapere a cosa servissero”. L’indagine sul traffico internazionale di armi ha portato gli 007 anche ad Alcamo. Ad Alcamo sarebbero arrivati sette-otto di camion. dove stati rimessi a nuovo. Per seguire le tracce dei camion, in gran segreto, sarebbero stati utilizzati anche aerei militari che hanno sorvolato il cielo di Alcamo per mappare terreni e fotografare l’autofficina di contrada Faranna. Questi i dati contenuti nell’avviso di conclusione delle indagini, della Direzione nazionale antimafia, Dipartimento  antiterrorismo di Palermo.