Partinico-Incendio auto di un’imprenditrice di origine alcamese: è doloso

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A fuoco l’auto di un’imprenditrice a Partinico. Le fiamme hanno distrutto la parte posteriore di una Lancia Y in via Principe Amedeo (nella foto), una delle strade principali del centro storico della città. Il mezzo è stato incendiato nella parte posteriore intorno alle 2 di questa notte. Proprio per questo motivo non ci sono dubbi sul raid di natura dolosa essendo le fiamme divampate nel retro dell’auto, quindi è esclusa ogni possibile causa collegata a un ipotetico corto circuito. A confermare oltretutto il dolo anche i vigili del fuoco del locale distaccamento intervenuti sul posto per domare le fiamme. Proprio il tempestivo lavoro dei pompieri ha evitato che l’auto potesse andare completamente distrutta: le fiamme alla fine hanno danneggiato la parte posteriore della Lancia. Il veicolo risulta essere in uso all’autoscuola Giorlando che da qualche tempo ha trasferito al sua sede proprio in via Principe Amedeo, mentre prima si trovava nel vicino corso dei Mille. L’auto risulta essere intestata a Maria Giorlando, 45 anni, incensurata, originaria di Alcamo ma da tempo residente proprio a Partinico. L’episodio non è certamente passato indisturbato questa notte. Infatti le fiamme hanno provocato uno scoppio dei vetri del mezzo che hanno svegliato il quartiere attorno alla via Principe Amedeo. Poi sono scattate le operazioni di soccorso con i vigili del fuoco che in pochi minuti si sono adoperati per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza la zona. Sul posto anche i carabinieri della Compagnia cittadina che hanno avviato un’indagine, considerato che l’episodio è di accertata natura dolosa. Al momento gli inquirenti non si sbilanciano in attesa di potere acquisire altre utili informazioni. I carabinieri stanno seguendo ogni possibile pista: dalla sfera privata a quella lavorativa della donna intestataria dell’automobile. Considerato anche che si è di fronte ad un’operatrice economica, anche sulle base dei precedenti nella zona di Partinico, non si esclude nemmeno l’ipotesi che dietro all’incendio possa esserci anche lo zampino dell’intimidazione di qualche gruppo criminale con l’obiettivo di imporre la legge del racket. Chiaramente gli investigatori al momento mantengono il più stretto riserbo e non confermano assolutamente nulla in attesa di avere dei riscontri sul caso.