Rafforzamento delle strutture sanitarie nelle isole, attraverso il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare e la garanzia dei livelli essenziali. È questa la richiesta contenuta nella Carta di Favignana, approvata al termine del 21esimo Congresso dell’Associazione Nazionale Sanità Piccole Isole, svoltosi presso l’ex Stabilimento Florio. Due giorni di incontri, dibattiti, riflessioni, che hanno visto amministratori pubblici, direttori sanitari ed esperti di ogni parte d’Italia confrontarsi per fare il punto sulle problematiche della comunità insulari al fine di programmare modelli innovativi in grado superare gli attuali limiti e uniformare i 35 comuni delle isole minori agli standard nazionali. I sindaci di Favignana e di Lipari, Francesco Forgione e Riccardo Gullo, nel corso dei loro interventi, hanno evidenziato la necessità di rimettere al centro il territorio e riorganizzare l’assistenza sanitaria in funzione delle sue peculiarità, ricordando le battaglie che negli anni Novanta determinarono l’istituzione presso la Regione Siciliana di un Ufficio speciale per le isole Minori del quale è stata richiesta la riapertura. Un gap, quello attuale, confermato dal Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci che, nel corso del suo videomessaggio, si è detto pronto ad accogliere suggerimenti e proposte in vista di una riforma normativa ed eventuali previsioni finanziarie, già sollecitate al ministro della Salute. Tutte le proposte emerse nel corso dei lavori sono state inserite in un documento programmatico, la Carta di Favignana, che mira a migliorare la qualità e la tempestività dei servizi sanitari nelle isole minori. Particolare attenzione è stata rivolta all’integrazione di equipe multiprofessionali, all’uso della telemedicina per affrontare le emergenze e le patologie croniche, e alla valorizzazione delle risorse locali, come le farmacie, che potranno offrire servizi aggiuntivi come vaccinazioni e test diagnostici. I firmatari della Carta di Favignana sottolineano infine la necessità di maggiori risorse economiche per garantire che i cittadini delle isole abbiano gli stessi diritti sanitari dei cittadini della terraferma.
Rinviata la sentenza per Laura Bonafede, la difesa punta all’assoluzione
Ancora un rinvio. Verrà emessa il 5 novembre la sentenza, prevista per ieri, nei confronti della maestra di Campobello di Mazara, Laura Bonafede. Il gup preliminari del tribunale di Palermo ha concesso poco più di un mese per le eventuali repliche dopo la richiesta di condanna a 15 anni di carcere, pronunciata dalla Dda. La difesa dell’imputata, invece, aveva chiesto l’assoluzione. La maestra era legata sentimentalmente al boss Matteo Messina Denaro ed era la figlia dello storico boss di Campobello, Leonardo Bonafede. In carcere da un anno è mezzo, Laura Bonafede è accusata di associazione mafiosa.
Favignana. Legge quadro sulla sanità, ANSPI rilancia necessità di approvarla in fretta (interviste)
Rispetto dei livelli essenziali di assistenza, riorganizzazione dei presidi ospedalieri, punti nascita con professionalità e strumentazioni adeguate, rimborso spese per mobilità sanitaria sia per pazienti che per accompagnatori, risposta ad emergenze-urgenze e incentivi ai medici, risparmio importante di risorse grazie anche alla tecnologia. Tutti argomenti della tanto attesa legge quadro sulle isole minori, il cui disegno è stato già presentato il 23 marzo 2023. Un ulteriore input è arrivato da Favignana, sede del 21esimo congresso nazionale dell’Anspi, associazione nazionale sanitaria piccole isole, che ha riunito alle Egadi un centinaio di esperti per fare il punto sulle problematiche comuni alle isole minori.
Detenzione e spaccio di droga, arrestato 51enne di Pantelleria
Arrestato a Pantelleria un 51enne con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I Carabinieri dell’isola hanno notato l’uomo in atteggiamento guardingo sull’uscio di casa, intento a rientrare al loro passaggio per poi riuscire subito fuori. Durante la perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato, e posto sotto sequestro, 2 ceste in vimini e 5 barattoli in vetro contenenti marijuana del peso complessivo di oltre 650gr.
L’uomo è stato sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di Pantelleria e al divieto di allontanamento dalla propria abitazione durante le ore notturne.
Crack, cocaina, anfetamina e altro. Arrestato gambiano per spaccio
Centinaia di dosi di pericolosissimo crack ma anche di altre sostanze stupefacenti, 3000 euro in contanti in banconote di vario taglio. L’abitazione di un gambiano era diventata a Trapani un vero e proprio market della droga. La polizia della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, hanno quindi arrestato l’extracomunitario per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. L’arresto è scattato durante un normale controllo del territorio durante il quale gli agenti hanno notato un’animata discussione tra due uomini. Alla richiesta dei poliziotti sui motivi che avevano indotto alla lite, uno dei due soggetti si è mostrato insofferente e nervoso durante i controlli. Accompagnato in Questura il gambiano, sperando di non essere visto, ha tentato di disfarsi di diversi involucri di droga che teneva nascosti in tasca e quindi di darsi alla fuga. L’uomo è stato, prontamente, bloccato dagli operatori di polizia che gli hanno trovato addosso anche un coltello e due punteruoli. Dalla successiva perquisizione domiciliare veniva fuori il market della droga. Sono state trovate, dislocate in vari punti della casa, diversi involucri di varie sostanze stupefacenti, in particolare crack, cocaina, anfetamina, hashish e marijuana, suddivise in dosi già pronte allo smercio, e una somma di denaro in contanti pari a circa 3000 euro. In tutto la polizia ha sequestrato 50 grammi di cocaina e crack, 300 di hashish e 20 di marijuana. Il cittadino gambiano è stato quindi condotto al carcere trapanese di San Giuliano.
Svincolo di Giacalone, altro schianto mortale. Tre morti e tre bimbi feriti
Marito e moglie tunisini residenti in provincia di Agrigento e un palermitano. Sono tre le vittime dell’ennesimo incidente sulla Palermo – Sciacca nei pressi dello svincolo per Giacalone. Un terribile schianto frontale, questa mattina, fra due autovetture, una Mercedes classe C e una Toyota Rav 4. Tre morti e tre bambini rimasti feriti, questo il tragico bilancio dello scontro. Sulla Mercedes viaggiava la famiglia tunisina. Marito e moglie, Walid Moussa, 42 anni, agricoltore, e Zina Koski Moussa di 44 anni sono morti sul colpo. I loro piccoli figli di 4, 6 e 8 anni si trovavano sul sedile posteriore. Hanno riportato ferite gravissime e sono stati trasportati in codice rosso all’ospedale Di Cristina di Palermo. Sono stati intubati e posti in prognosi riservata. Alla guida della Toyota c’era invece il 51enne palermitano Riccardo Pardi, anche lui morto sul colpo. Sul suo fuoristrada sono stati trovati attrezzi utilizzati per l’apicoltura. A lanciare l’allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio che si sono trovati, sulla strada, i due mezzi praticamente distrutti dallo scontro frontale. Sul posto sono arrivate le ambulanze del 118, i carabinieri e gli uomini dell’Anas che hanno chiuso al traffico quel tratto di strada della Palermo – Sciacca già teatro di altri terribili incidenti. I vigili del fuoco hanno dovuto aprire le lamiere contorte per estrarre le vittime dalle autovetture. Le indagini per ricostruire la dinamica del letale impatto sono state affidate ai carabinieri.
Solita truffa del ‘finto’ carabiniere, a Castellammare sottratto oro per oltre 10.000 euro
Una coppia di anziani castellammaresi casca nel tranello dei finti carabinieri. I falsi militari riescono così a farsi consegnare oro per circa 10.000 euro. Raggirati marito e moglie di 82 e 78 anni, ma anche la figlia cinquantenne che si sono resi conto della truffa soltanto quando era troppo tardi. Il copione è sempre lo stesso. “Suo figlio ha avuto un incidente. Servono subito i soldi per pagare l’avvocato”. Ad essere raggirati due anziani coniugi che vivono nel centro storico di Castellammare del Golfo e che qualche giorno fa sono stati raggiunti al telefono di casa: “Sono il maresciallo dei carabinieri – ha detto il truffatore al telefono-”. Poi il finto maresciallo ha raccontato all’anziana, in quel momento sola in casa, che il figlio rischiava da uno a tre anni di carcere perché aveva investito un’anziana alla quale stavano per amputare una gamba.
La vittima della truffa, preoccupatissima, ha subito dato all’uomo il numero di telefonino. “Una truffa ben studiata, davvero credibile – ha detto la figlia della coppia di anziani raggirati-. Da raccontare perché nessun altro possa cadere nell’inganno anche se devo dire che è davvero molto difficile”. “Suo figlio rischia il carcere, ci consegni 10 mila euro per l’avvocato e risolviamo”. Il complice aggiunge quindi l’abitazione degli anziani e si fa consegnare tutto l’oro che hanno in casa, circa 200 grammi, per un valore di circa 10 mila euro. Truffatori senza scrupoli che non tentennano nemmeno quando l’anziana castellammarese, convinta di dover salvare il figlio, si toglie anche gli orecchini e la fede nunziale e glieli consegna. Il finto carabiniere li rassicura: “li porto in cassaforte, quando l’assicurazione paga li restituiamo subito. Non chiudete i telefoni perché il giudice deve procedere”. In questa maniera, con la linea occupata, non potevano contattare il figlio autore del fasullo incidente. Solo quando i contatti con i due si sono interrotti l’anziano ha deciso di telefonare al figlio. Che era a casa tranquillo. In quel momento si sono resi conto di essere stati vittime di un raggiro studiato nei minimi dettagli.
Prezzi alle stelle ad Alcamo per l’acquisto di olio
Prezzo dell’olio alle stelle. Una vera e propria stangata per le famiglie alcamesi abituate a comprarlo direttamente nei frantoi oppure recapitato a casa da coltivatori con i quali c’è un rapporto da anni. Ad Alcamo l’unità di misura è il “cafiso”, che corrisponde a nove litri meno un quarto. L’attuale prezzo di mercato va da 110 a 115 euro a “cafiso”. Per Alcamo un vero record. Lo scorso anno, a causa dell’abbondanza, si poteva comprare un “cafiso” anche a 75 euro”. “Il prezzo elevato è la causa- dice un esperto del settore Bernardo Cataldo- della siccità. Ci sono zone dell’Alcamese dove non è stato prodotto nemmeno un olivo. Le condizioni metereologiche non hanno consentito la normale produzione. Prevediamo un calo dal 25 al 35 per cento”. La maggiore estensione di ulivieti, coltivati dagli alcamesi, si trova in contrada Bosco Falconeria e Fico. “Negli ultimi 10 anni a causa della scarsa redditività – dice l’imprenditore Piero Lo Monaco, che coltiva 15 ettari in contrada Fastuchera- vigneti sono stati trasformati in uliveti, che si estendono per oltre 10 mila ettari”. Molta produzione alcamese viene esportata al Nord: Piemonte, Lombardia e Veneto. Lo scorso una bottiglia veniva venduta a 10 euro a litro. Il costo maggiore è quello del trasporto. Il prezzo della molitura 2024 è di 20 centesimi al chilo. Tutte le famiglie alcamesi fanno buona scorta e molti riescono a fronteggiare i consumi di un anno perché possiedono alberi di ulivo. Nelle annate con condizioni meteo favorevoli la produzione di olive nell’Alcamese si aggira sulle mille e 200 tonnellate. Una quantità che permette di produrre 800 tonnellate di olio extravergine, molto del quale biologico che ha fatto registrare un vero boom con un giro di affari di circa 5 milioni di euro.