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sabato, Giugno 7, 2025
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Contrada Cavaseno e Bosco d’Alcamo, residenti lamentano disservizi per la posta

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Petizioni, lettere, richieste di intervento anche al Comune di Alcamo. La vicenda va avanti da due anni ma fino ad oggi non è stata trovata alcuna soluzione. Riguarda il recapito della posta alle famiglie che abitano nelle contrade Cavaseno e Bosco d’Alcamo. Lettere e altro che non arrivano più o raramente da quando due anni fa è andato in pensione il postino che serviva tali contrade e che conosceva bene sia i luoghi che gli abitanti. Fino a qualche anno fa ogni postino aveva una sua zona, un suo quartiere e il servizio di consegna della posta funzionava perfettamente. Oggi in tempi di tecnologia avanzata si verificano disguidi.

James M. Cain scrisse il noir “Il postino suona sempre due volte” nel 1934, in piena depressione economica. Il titolo faceva riferimento all’usanza dei postini irlandesi di bussare sempre due volte per farsi riconoscere ed è una evidente metafora del destino che passa a riscuotere il suo conto. Succede invece nelle due contrade alcamesi suddette che nessuno suona nemmeno una volta e così raccomandate tornano indietro con il rischio che in caso di mancati pagamenti questi aumentano col tempo. Gli abitanti fanno appello alla direzione delle Poste affinché venga ripristinato il servizio nelle due contrade ed evitare disagi agli abitanti.

Ricatti online a sfondo sessuale, 3 arresti. In carcere ex dipendente pubblico di Castellammare

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Un castellammarese di 70 anni, ex dipendente pubblico, in carcere a San Giuliano; una donna romena fermata in Toscana, a Piombino, e posta ai domiciliari, e un calabrese del Cosentino nei confronti del quale è scattata la stessa misura cautelare. Sono i tre protagonisti di un’indagine messa a segno dai carabinieri del comando di Alcamo e da quelli della sezione criptovalute del comando antifalsificazione monetaria di Roma e che ha fatto luce su oltre cento fra truffe on-line ed estorsioni.

I tre, su richiesta della Procura della Repubblica, sono stati sottoposti alle misure cautelari perché indagati, a vario titolo, per estorsione, truffa, diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Le articolate e complesse indagini che anno fatto luce su numerosi episodi messi a segno ai danni di decine di vittime sparpagliate su tutto il territorio nazionale.

Determinante il lavoro specializzato della Sezione Criptovalute dei carabinieri che ha permesso di ricostruire come il settantenne castellammarese e i suoi complici, operando on-line anche dal Livornese e dal Cosentino, fossero riusciti a confezionare almeno 50 estorsioni e più 60 truffe. Prima il raggiro, il cosiddetto love scam (fasulle relazioni sentimentali via social network), e poi la sextortion cioè costringere la vittima a versare denaro con la minaccia di diffondere materiale audiovisivo dal contenuto sessualmente esplicito. In questa maniera i tre arrestati sarebbero riusciti a raccogliere ingenti capitali che ripuliti, attraverso complesse transazioni finanziare nazionali ed estere, venivano poi reinvestiti nell’acquisto di bitcoin o altre criptovalute.

Durante le indagini i carabinieri hanno anche sequestrato, nel corso di alcune perquisizioni, svariato materiale informatico anche riguardante sconosciute piattaforme di investimento in criptovalute.

Frana di Alcamo Marina, conto alla rovescia dopo 16 anni per la sentenza

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Da ben 16 anni attendono giustizia le vittime dei danni provocati alle case di villeggiatura  da una frana nel gennaio del 2009 a causa di un violento nubifragio che si abbatté su Alcamo Marina. Fino allo scorso novembre non hanno potuto utilizzare le case di villeggiatura, costruite con tanto di concessione edilizia, a valle di quella che è stata definita la “Collina del disonore”. A provocare il disastro due ville abusive, una con tanto di piscina, realizzata in cima alla collina, come risulta dalle motivazioni della sentenza di primo grado. Il danno alle abitazioni a valle che vennero inondate da fango e detriti e dichiarate inagibili fino allo scorso novembre. La beffa di non avere intascato nemmeno un euro perché il risarcimento quantificato in 240 mila euro è stato bloccato dalla presentazione dell’appello. Per spese legali, perizie etc. hanno sborsato mediamente 50 mila euro a testa.

Ora attendono finalmente la sentenza d’appello prevista per l’undici aprile. Una vicenda che fotografa il problema della lentezza della giustizia. Nel dicembre del 2018, cioè dopo ben nove anni, è arrivata la prima sentenza. I giudici condannarono due proprietari dei villini abusivi anche al pagamento delle spese legali fissate in 30 mila euro. Scrissero i giudici nella motivazione della sentenza di primo grado: “che la condotta dei convenuti sul fondo sia in dispregio delle norme di legge che impongono il preventivo ottenimento di specifiche autorizzazioni e concessioni. La condotta in dispregio delle buone norme tecniche di costruzione assurge a causa prima dell’evento franoso”.

La frana causata dall’abusivismo selvaggio che ha irrimediabilmente compromesso uno dei più begli angoli del Golfo di Castellammare. Solo dopo 15 anni, e precisamente da novembre dello scorso anno, sei famiglie sono tornate nella piena disponibilità delle loro le case di villeggiatura dopo il lungo iter della messa in sicurezza del costone. A novembre il Comune di Alcamo ha emanato le   ordinanze sindacali che hanno permesso di poter riprendere possesso degli immobili alle 6 famiglie a cui, dal 2009, a seguito di un evento franoso ripetutosi nel tempo, era stato inibito l’accesso alle proprie case ad Alcamo Marina

Castellammare del Golfo, città delle ‘eterne incompiute’: depuratore, porto e ponte San Bartolomeo

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Due eterne incompiute e una terza che sta per diventare tale. È la triste storia di Castellammare del Golfo e di tre importati opere pubbliche: il nuovo depuratore, il potenziamento del porto e, ultimo in ordine di tempo, il ponte sul fiume San Bartolomeo.  La cittadina del Golfo è fra quelle in infrazione europea da circa dieci anni. Impianti di depurazione mancanti che costano all’Italia più di 50 milioni all’anno.

Il nuovo depuratore che dovrebbe sorgere in zona Cerri, nello stesso sito del vecchio sequestrato nel 2016 per evidenti cedimenti strutturali. Un impianto che mai aveva funzionato appieno con i reflui spinti al largo grazie ad un apposito e lungo pannello a mare. Nel 2013 arrivò il grosso finanziamento dal CIPE, 23 milioni di euro poi distribuiti sia per il depuratore che dovrebbe sorgere nei pressi di Cala Marina che per la rete fognante di Scopello. La progettazione esecutiva venne affidata nel marzo del 2021 ad uno specializzato studio tecnico alcamese e ne dicembre dell’anno successivo gli elaborati vennero ufficialmente presentati. Sono trascorsi altri due anni e mezzo, ben 12 dal finanziamento e tutto tace.

Altra tela di Penelope appaiono l’ampliamento e il potenziamento del porto. Anche qui l’opera pubblica è finita al centro di vicende giudiziarie con alcuni sequestri del cantiere: il primo nel 2010 e un altro nel luglio del 2023. Anche in questo caso i primi passi vennero fatti nella notte dei tempi, circa vent’anni fa, quando sindaco Giuseppe Ancona, attuale presidente del consiglio comunale castellammarese, ed avvio del cantiere nel 2009. In un’intervista del giugno scorso il primo cittadino in carica, Giuseppe Fausto, aveva definito l’impasse una situazione certamente non drammatica e che, a breve avrebbe portato a notizie positive. Sta di fatto che il tempo e le mareggiate hanno pure deteriorato le nuove opere portuali che già erano state completate, in primis quella diga foranea che, secondo alcuni, dovrebbe essere allungata. Le due opere sono fra l’altro collegate e vicine. In progettazione, infatti, un anello stradale che consentirebbe d scavalcare il sito del depuratore e raggiungere l’area del nuovo porto che sorge nei pressi della Lega Navale.

Molto più recente è la storia del nuovo ponte sul fiume San Bartolomeo, una struttura che doveva essere provvisoria e che sta invece diventando sempre più definitiva. L’importante infrastruttura che collega i territori di Alcamo Marina e Castellammare del Golfo collassò nel dicembre del 2021 e venne ricostruita, con un guado definito provvisorio, a tempo di record grazie anche alle imminenti elezioni regionali. Inaugurazione quindi il 5 luglio del 2022 con tempi davvero da record per la nostra terra. Qualche mese dopo, poco prima delle regionali, l’assessore Mimmo Turano, poi rieletto all’ARS e nominato nuovamente nell’esecutivo regionale, annunciò il finanziamento per il ponte definitivo. Nella realtà si trattava e si tratta ancora di una semplice volontà della Regione, messa per iscritto in una delibera, di stanziare le somme necessarie per il ponte definitivo sulla statale 187. Da allora tutto tace così come per gli interventi di automazione e la sicurezza del ponte attualmente in funzione. Castellammare del Golfo si conferma quindi città delle eterne incompiute.

Inchiesta ministeriale su ritardi referti istologici. Croce: “Completeremo entro 31 marzo”

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“Entro il 31 Marzo saranno chiusi tutti i referti istologici del 2024”, così ha risposto Ferdinando Croce, manager dell’Asp Trapani, dopo la nota che Americo Cicchetti, il direttore generale del ministero della Salute, ha inviato al dipartimento Pianificazione strategica della Regione per chiedere lumi sui gravi ritardi nel portare a termine le analisi istologiche. Il caso è nato dalla denuncia di una donna di Mazara del Vallo, presentata alla Procura, che aveva lamentato una lunghissima attesa di otto mesi per avere il risultato di una biopsia.

I tempi così lunghi hanno evidentemente portato la sua patologia a diffondersi. I vertici dell’ASP di Trapani hanno quindi dovuto fornire i numeri al ministero degli esami istologici risalenti ai mesi di maggio, giugno e luglio 2024 e quanti, fra questi, siano ancora da esaminare.

“Alla base del problema dei ritardi – ha spiegato Ferdinando Croce – c’è la grave carenza di medici specialisti in Anatomia patologica che ha comportato una profonda crisi e che ha impedito di rispettare la tempistica. In azienda, infatti, soltanto tre dirigenti medici a fronte di una dotazione organica che prevede nove unità. Per questo, è stato emanato nei giorni scorsi un concorso pubblico per la copertura di quattro nuovi posti per specialisti in anatomia patologica”. Il numero uno della sanità trapanese ha anche specificato al ministero e in una nota-stampa che ha anche immediatamente attivato una serie di convenzioni con l’ASP catanese, con l’Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania e con il Policlinico di Palermo, al fine di esaurire nel più breve tempo possibile tutto l’arretrato, coinvolgendo anche un’azienda privata. In merito ai numeri richiesti dal ministero della Salute l’ASP di Trapani ha affermato che nel periodo interessato sono stati finora 2058 i casi istologici già refertati, mentre ne restano ancora da esaminare 244.

Foto https://depositphotos.com/it

“Carnival Race 2025”, quattro atleti trapanesi alla competizione

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Dal mare e dal vento trapanese alle acque del Golfo di Crotone. Partiranno domattina quattro giovani atleti della Lega Navale di Trapani che parteciperanno, dall’1 al 4 marzo, al “Carnival Race 2025”. Parteciperanno alla competizione, in quello che è definito lo stadio della vela, i dodicenni Francesco Di Gaetano, Matteo Galli e Mattia Vittorioso e la tredicenne Serena Bono, a bordo delle imbarcazioni optimist. “Per la nostra sezione – ha detto il presidente della Lega Navale di Trapani Piero Culcasi – è un onore gareggiare in uno dei palcoscenici più importanti della vela. Ci auguriamo che sempre più giovani rafforzino ancora di più  il legame che la città di Trapani ha con il mare e con il vento”.

‘Antenna della discordia’, Comune di Calatafimi ipotizzerebbe spostamento a valle

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L’antenna della discordia, un ripetitore telefonico installato in zona Sasi a Calatafimi, nei pressi di palazzine in cui vivono anche amministratori comunali, potrebbe essere spostata più a valle. Sempre nello stesso nuovo quartiere ma nei pressi di un’area verde. Gli uffici comunali starebbero lavorando anche su questo. Intanto l’installazione era stata fermata più dalla mancanza di completezza delle autorizzazioni sollevata dagli uffici dell’ente locale che dalla protesta, seppur numerosa, del ‘Comitato Sasi per la tutela della salute contro l’inquinamento elettromagnetico’ presieduto da Giacomo Senia. Ci sarebbe però da capire, qualora documenti e certificazioni fossero davvero a posto, quanto il comune di Calatafimi/Segesta possa intervenire in un contratto fra privati, cioè quello fra il proprietario del terreno e la compagnia telefonica Iliad. Fra l’atro i lavori erano già cominciati con i relativi scavi e il nulla-osta era scattato automaticamente.

In pratica era accaduto che gli uffici comunali competenti avevano fatto trascorrere il tempo necessario previsto per il cosiddetto silenzio assenso dopo che era stata presentata la SCIA, la Segnalazione certificata di inizio attività. Da quel momento, non appena gli abitanti di quella zona di Sasi hanno composto il comitato e inscenato la protesta, il comune calatafimese ha provato a correre ai ripari. Il comitato presieduto da Giacomo Senia continua a ritenere invasivo quel ripetitore alto un paio di decine di metri.

I lavori per erigerlo rimangono sospesi ma pare che il Comune possa fare adesso davvero poco. Fra l’altro ogni ente locale, specialmente quelli che vantano di essere particolarmente green, dovrebbero aere nella loro pianificazione urbanistica un cosiddetto ‘piano delle antenne”, cioè uno strumento finalizzato alla corretta pianificazione nel settore e alla minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico.

Pubblicato avviso per nuovo Direttore generale Ufficio scolastico regionale

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Back to School Concept. Empty classroom with chairs, desks and chalkboard.

È stato pubblicato l’avviso per la selezione del nuovo Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, ruolo vacante dopo il trasferimento di Giuseppe Pierro a Roma, dove si occuperà di comunicazione e relazioni istituzionali per il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). La scadenza per la presentazione delle candidature è fissata per il 15 marzo. Fino alla nomina del successore, che potrebbe richiedere un paio di mesi, Pierro rimarrà in carica ad interim. Il candidato scelto sarà sottoposto alla valutazione finale del ministro Giuseppe Valditara.

Ospedale di Alcamo e la terapia intensiva fantasma

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C’è una vicenda che risale all’inizio degli anni ’80 che riguarda l’ospedale di Alcamo e precisamente tre posti letto di terapia intensiva. Lettini  acquistati e dimenticati in un magazzino. Spesa 300 milioni delle vecchie lire. Dopo anni vennero installati ma  non potevano funzionare perché era necessario che al San Vito e Santo Spirito funzionassero reparti specifici che non c’erano e personale medico e infermieristico 24 ore su 24. Ieri sono arrivate le bacchettate della Corte dei Conti alla Regione poiché in Sicilia è attivo solo  il 21% dei posti letto in terapia intensiva”.

La vicenda alcamese che risale a circa 45 anni fa rappresenta la storia infelice di sperperi di denaro pubblico e di ritardi per assicurare servizi sanitari efficienti e tempestivi. Invece siamo all’anno zero con la sanità che fa acqua da tutti i lati: carenza di personale, anni per una visita in una struttura pubblica, malati posteggiati nei pronto soccorso. Questo  drammatico panorama è destinato ad andare sempre peggio per i tagli dei fondi alla sanità da parte del governo. Ma non mancano proclami e passerelle politiche. Tornando alla terapia intensiva ad Alcamo allora a sollevare il problema  fu un articolo sul Giornale di Sicilia. Seguì una interrogazione all’Assemblea regionale presentata dal comunista Ino Vizzini. Una interrogazione venne presentata al sindaco di Alcamo dall’allora consigliere comunale del Pci Nino Ferrara.

Discussioni, polemiche, animati dibattiti caratterizzarono ad Alcamo la vicenda della terapia intensiva. L’Usl, unità sanitaria locale, come si chiamava allora, l’organo amministrativo deliberò di effettuare lavori per ampliare la rianimazione e collocare i lettini che non funzionarono mai e dei quali si è persa traccia.

Foto  Alcamo di una volta, storia della nostra città e foto d’epoca

Venti città in campo, anche a Palermo, per formare una rete di solidarietà

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Un filo invisibile ha unito ieri  20 città italiane, tutte partecipanti alla Special Olympics Run, un evento che ha visto la presenza di oltre 250 giovani atleti e un pubblico caloroso in Piazza Politeama di Palermo. Per la  passione per lo sport hanno attraversato  le venti città creando una rete di solidarietà e inclusione. Special Olympics si chiama ed  è un Movimento globale che, attraverso lo sport unificato, sta creando un nuovo mondo fatto di inclusione e rispetto, dove ogni singola persona viene accettata e accolta, indipendentemente dalla sua capacità o disabilità. Le persone con disabilità intellettive restano, ancora oggi, emarginate e discriminate ma non in Special Olympics: il programma di Sport Unificato (Unified Sports) –  attraverso il quale Atleti con e senza disabilità intellettive hanno l’opportunità di giocare insieme nella stessa squadra – pone le basi per il superamento di ogni stereotipo o pregiudizio. Lo sport unisce, aiuta la comprensione e la conoscenza, favorendo una cultura del rispetto alla quale educare i giovani.
Special Olympics Italia, riconosciuta quale Associazione Benemerita dal CONI e dal CIP, è presente dal 1983 e opera in tutte le regioni attraverso Team Special Olympics che allenano gli Atleti  in tante  discipline sportive. Ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai Giochi Mondiali, Invernali o Estivi. Come recita il motto dei Giochi Olimpici Speciali. Ieri in piazza Politeame è stato sottolineato che: “Lo sport è un diritto per tutti” e questa corsa lo ha dimostrato in ogni passo, dove ogni atleta ha dato il massimo, indipendentemente dalle sfide. La fiaccola, accesa in ogni città, ha rappresentato il cammino verso un futuro senza barriere. L’assessore allo Sport di Palermo, Alessandro Anello, ha sottolineato “come eventi come questo siano un’opportunità per unire le persone e superare ogni limite, fisico e sociale”.
“Nel cuore di ogni atleta c’è un campione, e ogni passo è un trionfo”, citando lo spirito olimpico che va oltre la semplice vittoria, ma celebra l’impegno, l’inclusione e la determinazione di tutti. Perché, come recita una celebre citazione di Lucio Battisti, “ciò che conta davvero non è arrivare primi, ma camminare insieme”. In pima fila ieri a Palermo anche il Lions club che ha creato una speciale sezione: Lions club Sicilia Champions per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica alla cultura del rispetto e dell’inclusione, Presente una delegazione del Kiwanis club Palermo Cibele.

 

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