Oro Bianco. Ordinario, udienza breve. Trascrizioni intercettazioni non completate

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Ha preso finalmente il via il processo ‘Oro Bianco’ in via ordinaria. L’abbreviato, nel primo grado di giudizio, era già arrivato a sentenza il 27 gennaio scorso. Il tribunale collegiale di Trapani, presieduto dal giudice Franco Messina, ha trattato comunque comunque soltanto un capitolo riguardante un’estorsione. Il processo è stato poi rinviato al 27 novembre prossimo. Uno slittamento dovuto ancora al mancato completamento delle trascrizioni delle numerose intercettazioni ambientali effettuate, durante le indagini, dai poliziotti del commissariato di Alcamo. Ore e ore di colloqui intercettati che devono essere ascoltati e trascritti dal perito nominato dal tribunale trapanese.

Nell’udienza di qualche giorno fa ha testimoniato il commissario Ignazio Coraci, colui che da capo della squadra investigativa del commissariato alcamese, aveva guidato le indagini che nell’ottobre del 2021 portarono ad otto arresti fra Alcamo e Partinico e a una decina di avvisi di garanzia, quasi tutti sfociati in rinvii a giudizio. Il processo riguarda un vasto traffico di droga e la stretta collaborazione fra due nuclei criminali, uno di Alcamo-Partinico e l’altro di Latina. Gli stupefacenti arrivavano dal Lazio ma i probabili siti di approvvigionamento si trovavano anche in Albania e in Sud-America. Quello smercio di droga ha già portato a sette condanne nell’ambito del processo in abbreviato. Le più pesanti a carico di Giuseppe Di Giovanni, alcamese già in carcere nell’ambito dell’operazione ‘Freezer’, del partinicese Gioacchino Guida e di Antonino Vilardi, altro alcamese. Le indagini della polizia, che hanno avuto come perno Francesco e Giuseppe Di Giovanni (padre e figlio, il primo incensurato) vennero avviate nella primavera del 2017 e proseguirono fino all’estate del 2019.

Un’inchiesta particolarmente ampia e articolata inchiesta che avrebbe permesso di ricostruire l’organigramma del sodalizio dedito allo smercio di grosse quantità di droga, soprattutto cocaina ma anche hashish e marjuana. Le indagini hanno coinvolto esponenti di varie professioni: imprenditori, macellai, barbieri e persino un infermiere.