Operazione “Game over”. “Mafia e scommesse”, confermate nove condanne

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L’operazione scattata nel mese di febbraio di cinque anni fa venne denominata Game Over. L’indagine dei carabinieri su mafia e scommesse, che comportò anche il sequestro dei beni di alcuni indagati, L’impianto accusatorio ha retto anche in appello con la conferma di nove condanne, cinque riduzioni di pena, un solo assolto e un’estinzione del reato per ila morte di un imputato. Questo la sentenza dei giudici della Corte d’appello di Palermo. Quello che è stato ritenuto il principale imputato la mente dell’organizzazione e cioè Ninì Bacchi, si è visto ridurre la pena rispetto al primo grado da 18 anni a 13 anni e 9 mesi. Questo per effetto della decisione della corte di applicare nei suoi confronti la vecchia norma sul 416 bis, non tenendo conto della nuova riforma “Orlando”: “Questo significa – afferma l’avvocato Antonio Maltese che con Daniele Francesco Lelli ha difeso Ninì Bacchi – che è stato in parte accolto il nostro ricorso. E’ stato riconosciuto che Bacchi non avesse più contatti con la malavita organizzata”.

Ridotta anche l’iniziale confisca dei beni da 4 a 2,9 milioni di euro. Gli altri sconti di pena sono arrivati per Francesco Lo Iacono, 43 anni, che ha avuto inflitti 3 anni e 4 mesi in quanto due capi d’imputazione sono decaduti per mancanza di querela e per avvenuta prescrizione. Ridotta a 3 anni la condanna a Fabio Lo Iacono e Maurizio Primavera anche qui per mancanza della querela di parte, così come per l’altro Francesco Lo Iacono di 47 anni, al quale sono stati inflitto un anno e 4 mesi. Unico assolto Pantisano Trusciglio per non aver commesso il fatto mentre si estingue il reato per un altro imputato deceduto nel corso del dibattimento. Confermate le le condanne: 3 anni e 4 mesi per Francesco Paolo Pace; 3 anni per Salvatore Ingrasciotta; 2 anni e 8 mesi per Maicol Di Trapani, Alessandro Lizzoli e Antonio Grigoli; infine 2 anni per Domenico Bacchi, Alessio Vito Di Trapani, Giuseppe Italo Pecoraro e Diomiro Alessi.

Quasi tutte le persone coinvolte nell’operazione sono di Partinico. Durante il blitz venne chiusa anche una sala scommesse ad Alcamo, dissequestrata dopo pochi giorni su decisione del gip di Palermo. Il sequestro era arrivato nell’ambito dell’operazione Game Over. Il difensore del titolare della sala  giochi alcamese  riuscì a dimostrare che il suo assistito non aveva più alcun rapporto con Ninì Bacchi, di Partinico, imprenditore individuato a capo di un impero fatto di oltre 700 sale gioco in tutta Italia accusato di aver monopolizzato il settore con il sostegno di cosa nostra palermitana. Nell’operazione vennero arrestate 31 persone e sequestrate centinaia di sale, tra cui quella di Alcamo. Poi durante l’istruttoria sono stati restituiti parte dei beni a alcuni scagionati.