Omicidio Titone, rigettate tutte le eccezioni della difesa e rito abbreviato

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Celebrata la seconda udienza del processo sull’omicidio del pregiudicato 60enne marsalese Antonino Titone, dinnanzi alla Corte d’Assise di Trapani. I giudici hanno rigettato ogni eccezione della difesa. “U baruni”, così era soprannominato, fu ucciso con 27 colpi di piede di porco nella sua abitazione di via Nicolò Fabrizi, in zona Porticella, a Marsala, il 26 settembre del 2022. Erano finiti alla sbarra degli imputati Giovanni Parrinello, pregiudicato 42enne, e la sua compagna trentenne, Lara Scandaliato. La prima udienza del processo si era svolta lo scorso 18 settembre, e aveva visto sollevate le eccezioni difensive, respinte in fase preliminare da Chiara Vicini, gup di Marsala.

Ora è stata rigettata pure la perizia psichiatrica avanzata dal legale di Scandaliato, l’avvocato Salvatore Fratelli, alla quale si è opposto il pm Marina Filingeri e l’avvocato Vito Daniele Cimiotta, legale di parte civile, che assiste la sorella di Titone. A sollevare eccezioni per Parrinello, respinte anche queste, era stato l’avvocato Nicola Gaudino. Respinta anche quella di legittimità costituzionale per cui il legale aveva chiesto l’invio degli atti alla corte costituzionale. Un totale di quattro eccezioni sollevate e per i giudici infondate. In seguito, la Corte D’Assise ha voluto ritirarsi in camera di consiglio per la richiesta della difesa del rito abbreviato, previa l’esclusione di tutte le aggravanti. Tuttavia, anche questa richiesta è stata respinta. All’apertura del dibattimento, formulate richieste di prova di accusa e difesa. La prossima udienza sarà il 20 novembre e si ascolteranno i primi testi partendo da quelli dell’accusa. Nello stesso giorno, sarà nominato anche il perito che trascriverà le intercettazioni. Su Parrinello e Scandaliato c’è anche l’accusa di rapina, poiché dopo l’omicidio avevano rubato il portafoglio di Titone. Il giorno stesso dell’uccisione, la donna fu interrogata dai carabinieri e accusò il compagno, poi aiutò a ritrovare l’arma del delitto. Per gli investigatori, il motivo del brutale omicidio è legato a un vecchio debito scoperto riguardo alla fornitura di stupefacenti.