Omicidio Ganci, dopo 23 anni riparte a Trapani il processo. Era stato un “cold case”

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Era stato dichiarato un “cold case”, un caso freddo, archiviato a suo tempo per insufficienza probatoria. Nessun responsabile e nessuna prova. Dopo 23 anni di silenzi, riparte lunedì 16 gennaio a Trapani, in Corte d’Assise, il processo nei confronti del trapanese Antonio Adamo, 70 anni, arrestato nel 2021 dai carabinieri e accusato di aver ucciso il cognato, Benedetto Ganci la sera del 5 novembre 1998 nelle campagne di Fulgatore. Il cadavere venne ritrovato con profonde ferite alle braccia, al volto e alla testa bastonata con un paletto di cemento. Un vero mistero che per oltre vent’anni non ha saputo rivelare il nome del responsabile.

Poi la svolta, due anni fa quando una delle due figlie della vittima aveva deciso di raccontare ai militari dell’arma di Salemi di avere sospetti sull’autore dell’omicidio del padre. La donna raccontò di essere stata, da giovane, bersaglio di continue attenzioni morbose da parte dello zio che riservava lo stesso trattamento anche nei confronti delle altre sorelle della dichiarante, anche queste ultime al tempo minorenni. Secondo quanto ricostruito da nuove testimonianze ed intercettazioni, Adamo avrebbe covato per diverse tempo sentimenti di astio verso Benedetto Ganci il quale, intuendo le intenzioni – anche di natura sessuale – che l’arrestato perpetrava nei confronti delle figlie, gli avrebbe imposto di stare lontano anche dalle nipoti.

Un possibile movente che avrebbe spinto il presunto omicida ad attirare la vittima di sera presso un casolare di campagna per realizzare l’intento criminoso. Le indagini hanno messo in luce anche il possibile coinvolgimento del defunto padre di Adamo che, all’epoca dei fatti, non avrebbe riferito di aver trovato il figlio, la notte dell’omicidio, con le mani sporche di sangue.

A ciò si aggiunge il fatto che il cognato, dopo il ritrovamento del corpo di Ganci, si rifugiò in Germania rendendosi latitante per altri procedimenti a suo carico. Risale a prima di Natale la notizia dell’arresto di suo nipote, Vincenzo Adamo colto dai carabinieri in flagranza di reato per detenzione e spaccio di droga in concorso con lo zio: all’interno di un garage di Xitta, frazione di Paceco, vennero trovati anche numerose arm