Omicidio dell’alcamese Coraci, supertestimone non ricorda e rischia una denuncia

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Francesco e Vincenzo Gatto

Il supertestimone alle domande poste, giovedì scorso,  dai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta risponde affermando “di non ricordare”. Non ricorda anche il contenuto del verbale della sua deposizione, avvenuta tre anni fa, davanti al Pubblico ministero del tribunale di Trapani, durante una delle udienze per l’omicidio dell’alcamese Enrico Coraci, 34 anni, gravemente ferito da colpi esplosi da un fucile a canne mozze, la notte del 21 novembre di sette anni fa.

Il supertestimone A.R. raccontò e mise e verbale che a sparare, ma per legittima difesa, è stato Francesco Gatto che col fratello Vincenzo, sono stati condannati a 30 anni con sentenza passata in giudicato nell’aprile di due anni fa. Sulla base del contenuto delle dichiarazioni di A.R.  gli avvocati Saro Lauria e Cinzia Pecoraro hanno chiesto ed ottenuto la revisione del processo giunto alle ultime battute. Durante i loro interventi i due difensori hanno sollevato una serie di eccezioni ma soprattutto hanno sottolineato che i due fratelli avrebbero agito per legittima difesa temendo per la propria incolumità durante un faccia a faccia con Enrico Coraci, avvenuto davanti ad un locale “Fame chimica” di piazza della Repubblica dove trascorrevano spesso le notti, La discussione continuò dopo nel Villaggio Regionale dove venne ucciso a fucilate. L’omicidio di Enrico Coraci suscitò scalpore poiché si tratta di una famiglia conosciuta nel settore dei negozi di abbigliamento.

Il Procuratore generale ha chiesto il rigetto dell’istanza di revisione e la conferma della condanna per i fratelli Gatto. Per A.R. si profila invece una denuncia “per l’atteggiamento reticente” con gli atti che saranno trasmessi alla Procura di Caltanissetta. La sentenza è prevista per il pomeriggio di mercoledì prossimo.