Omicidio del giovane alcamese Coraci, confermati 30 anni ai fratelli Gatto

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Francesco e Vincenzo Gatto

Ricorso rigettato e conferma della condanna a trenta anni di reclusione per due fratelli alcamesi: Francesco e  Vincenzo Gatto accusati dell’omicidio di Enrico Coraci avvenuto nel Villaggio Regionale la notte del 21 dicembre di sette anni fa. La sentenza è stata emessa ieri sera dalla Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta dove è stato celebrato il processo di revisione richiesto e ottenuto dai difensori dei due imputati, gli avvocati Cinzia Pecoraro e Saro Lauria. Per i due fratelli la sentenza era passata in giudicato, ma sulla base di nuovi elementi i difensori avevano ottenuto la revisione perché un giovane che era presente sul luogo dove avvenne una discussione seguita dall’omicidio, parlò di legittima difesa da parte dei due fratelli. Il supertestimone, durante le udienze a Caltanissetta, non ha risposto ai giudici, che hanno messo agli atti le dichiarazioni rese al Pm di Trapani. Il supertestimone anche in quella occasione ha parlato di legittima difese ma alla luce delle condanne non è stato creduto dai giudici nelle varie fasi dei processi. L’omicidio fu preceduto da una lite scoppiata a suon di pugni e ceffoni davanti ad un locale “Fame Chimica” poi chiuso dai carabinieri. Dopo la lite  un nuovo incontro al Villaggio Regionale, per un chiarimento. Francesco Gatto si presentò, assieme al fratello Vincenzo, con un fucile a canne mozze, matricola abrasa, risultato rubato a Manduria, provincia di Taranto. I colpi di arma da fuoco raggiunsero Enrico Coraci, 34 anni, che morì tre giorni dopo il ricovero a Villa Sofia di Palermo. “Presenteremo  ricorso in Cassazione- afferma l’avvocato Cinzia Pecoraro- e siamo fiduciosi del risultato- perché c’è stata legittima difesa come confermato da due testimoni presenti al Villaggio Regionale”