Nicastri nuovamente assolto. Il ‘Signore del Vento’ non c’entra nulla con la mafia

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Vito Nicastri, imprenditore alcamese che da oltre un decennio è finito in numerosi processi e anche con accuse di mafia, incassa l’ennesima assoluzione. E per di più con formula piena. La quarta sezione della Corte d’appello di Palermo, alla quale la Cassazione aveva rinviato il precedente giudizio assolutorio, ha nuovamente scagionato del tutto “il signore del vento”, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Le accuse, contenute nell’ambito dell’operazione ‘Pionica’, parlavano anche della vicinanza di Nicastri a Matteo Messina Denaro. La Procura generale, nell’appello bis, aveva chiesto per l’imprenditore alcamese, oggi 67enne, 10 anni e 8 mesi di reclusione.

Le indagini delle varie procure hanno più volte considerato Vito Nicastri uno dei finanziatori della latitanza del boss catturato nel gennaio scorso e morto a settembre. Per queste accuse sono arrivate soltanto assoluzioni. L’ultima quella di ieri ‘perché il fatto non sussiste’. Assolto anche l’agronomo vitese Melchiorre Leone dalle accuse di mafia ed estorsione aggravata. Il professionista era difeso da Andrea Magaddino e Giovanni Rizzuti. La vicenda scaturiva dall’operazione ‘Pionica’, il nome da una contrada di Santa Ninfa dove c’è un’azienda di 60 ettari appartenuta alla salemitana Giuseppa Salvo. Secondo l’originaria accusa, l’agronomo Melchiorre Leone, assieme da altri, avrebbe dapprima scoraggiato i possibili acquirenti dell’azienda. Poi dopo l’acquisto avvenuto da parte di Roberto Nicastri, fratello di Vito, a soli 130 mila euro per rivenderla a 530 mila, ha preteso dai nuovi proprietari i diritti di reimpianto dei vigneti. I cosiddetti “catastini” che la Salvo, parte civile nel processo, sostiene che avrebbe potuto vendere e con il ricavato pagare i debiti dell’azienda e mantenere la proprietà dei terreni.

Ovviamente per Melchiorre Leone e Vito Nicastri, alla luce dell’assoluzione, le accuse non hanno retto. Eliminati dalla sentenza di ieri anche i provvedimenti in favore delle parti civili costituitesi, oltre alla Salvo anche i comuni di Salemi e Castelvetrano, le associazioni antiracket di Alcamo e di Trapani, l’associazione Caponnetto, il Centro studi “Pio La Torre” e l’associazione “La Verità Vive” di Marsala. “Siamo estremamente soddisfatti – hanno detto i difensori di Nicastri, gli avvocati Sebastiano Dara e Giovanni Di Benedetto – per l’ennesima assoluzione con formula piena del nostro assistito. la corte ha confermato quello che sempre ha detto Nicastri – hanno concluso i due legali – e cioè di non avere mai avuto a che fare con ogni tipo di criminalità organizzata, mafia compresa”. Anni di processi, accuse pesantissime, maxi-sequestri di beni, aziende confiscate per l’alcamese che, cominciando come elettricista di periferia, era riuscito a mettere su una fortuna da oltre un miliardo di euro puntando, per primo, sulle energie alternative.