Nel trapanese ‘zoccolo duro’ di sanitari no-vax. Sospensione possibile

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Nonostante gli open-days e le altre iniziative per semplificare l’accesso alle somministrazioni, e nonostante la realizzazione di numerosi centri e hub vaccinali, la Sicilia purtroppo rimane tra le ultime regioni come persone vaccinate. Il rapporto fra abitanti e vaccinati sta segnando il passo, in negativo. In provincia di Trapani, ma anche nelle altre zone della Sicilia, le autorità sanitarie devo no fare i conti con uno zoccolo duro di no vax, vale a dire di soggetti che, per un motivo o per un altro, non si sono ancora vaccinati e non intendono nemmeno farlo. Fra questi, e la vicenda diventa ancor più delicata, un buon numero di personale sanitario. Gli uffici dell’ASP stanno monitorando proprio questo negli ultimi tempi.

Da una prima sommaria ricognizione, che a breve diverrà moto più dettagliata, si è appurato che la percentuale dei sanitari non vax oscilli fra il 10 e il 20 per cento. Una cifra davvero molto ampia. L’azienda sanitaria e la Regione stanno pensando ad alcuni deterrenti. Innanzitutto è costante il contatto con il personale interessato per provare a convimcerlo e quindi a farlo vaccinare.

Poi, come strema ratio, appare sempre più probabile il decreto dell’assessorato regionale alla salute che andrà a sospendere, con quasi azzeramento dello stipendio, il personale sanitario che non intende sottoporsi alla vaccinazione anti-covid.

Inoltre l’ASP di Trapani sta cercando di scovare gli ultra ottantenni e gli ultra sessantenni che ancora non si sono sottoposti alla somministrazione. Intanto da Roma giungono altri forti segnali per debellare i incalliti no vax. In caso di forte nuova ondata e di relative drastiche restrizioni, vedi il lock-down, soltanto coloro che hanno terminato il ciclo vaccinale potranno continuare la loro regolare e normale vita quotidiana. Gli altri dovranno invece rispettare i drastici divieti.