Nave turca liberata dai libici dopo 5 giorni. Mazaresi protestano davanti casa Bonafede

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Una nave turca è stata rilasciata dalle milizie libiche di Haftar dopo soli 5 giorni dal sequestro mentre i due motopesca mazaresi, con 18 membri di equipaggio, attendono da 3 mesi la liberazione. Bravo il governo della Turchia, incapace a risolvere la situazione quello italiano. Le famiglie degli armatori e dei 18 pescatori, ieri, hanno nuovamente alzato la protesta e lo hanno fatto nei pressi dell’abitazione dei genitori del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che è proprio di Mazara del Vallo.

La notizia del rilascio dell’imbarcazione turca ha scatenato rabbia e
sconcerto nella cittadina mazarese. La nave ha pagato una multa per aver violato le acque libiche ed è stata liberata. Una vicenda molto simile a quella dei pescatori di Mazara del Vallo: “Siamo indignati perché i nostri congiunti subiscono un trattamento diverso da quello riservato ai turchi. Mio marito e gli altri uomini – ha detto la moglie di un pescatore – erano andati a lavorare, noi tasse non ne paghiamo più. Il ministro degli Esteri ci deve riportare i nostri cari a casa, siamo indignati e disposti ad inscenare proteste estreme” ha urlato Cristina Amabilino, moglie di Bernardo Salvo.

I familiari non sanno più a che santo votarsi e intanto, da 90 giorni, portano avanti l’occupazione dell’aula consiliare di Mazara del Vallo. La contestazione con striscioni e fischietti davanti all’abitazione dei genitori del ministro Bonafede è stata pesante. “Sei incompetente – ha gridato uno degli armatori e padre di uno dei marittimi tuttora in stato di fermo in Libia -. Come è possibile che erano a 7 miglia da Tobruk e sono già stato liberati e noi ancora qui ad urlare da 102 giorni?”.

Anche il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci ha
parlato di senso di smarrimento e di incredulità in questo momento. “Lo Stato – dice il primo cittadino – non sembra in grado di tutelarci. La vicenda diventa ancora più triste perché si avvicina il Natale e i familiari dei marittimi sequestrati vorrebbero riabbracciarli per la santa ricorrenza”.

Una sorta di inestricabile intrigo internazionale sul quale si è espresso anche l’ex parlamentare ed ex sindaco mazarese per 10 anni, Nicola Cristaldi: “Questa è la dimostrazione della marginalità
della politica estera del nostro Paese. E’ una sconfitta delle istituzioni italiane a tutti i livelli e appare alquanto inquietante – ha aggiunto l’ex primo cittadino – il silenzio delle istituzioni locali che dovrebbero attivare forme di protesta anche eclatanti per ottenere la liberazione dei nostri pescatori”.

La situazione sarà certamente più ingarbugliata di quella turca,
di mezzo c’è infatti la richiesta di liberare 4 scafisti come contraccambio, ma appare davvero inconcepibile il silenzio dello Stato di fronte alla vita e alla disperazione di 18 famiglie.