Mobilità, infermieri ‘comandati’ rinunciano. Altro costoso bando dell’ASP

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128 infermieri in attesa da più di due anni per ritornare verso casa e in graduatoria per la mobilità, hanno scelte le loro sedi fra quelle disponibili nelle strutture sanitarie dell’ASP di Trapani. La procedura era stata pubblicata in Gazzetta il 4 ottobre del 2019 e si è conclusa dopo due anni e tre mesi. Molti, per prendere servizio, attendono i relativi nulla-osta dalle aziende per le quali prestavano servizio. Dall’esame delle assegnazioni, però, risaltano alcune curiosità. Una ventina di infermieri che si trovavano molto indietro nella graduatoria, hanno preferito rinunciare, seppur vincitori. Come mai? Preferiscono forse continuare a lavorare in sedi ancora più lontane? Assolutamente no. Si tratta invece di infermieri che operano, in comando, presso sedi da loro scelte e che avrebbero dovuto abbandonare qualora avessero accettato il posto in mobilità, quasi certamente molto più lontano di quello attualmente occupato.

In questa maniera terranno ben stretto l’attuale posto di lavoro fino alla scadenza del comando. In questa maniera, ottenendo poi i rinnovi, potranno partecipare al prossimo bando di mobilità, già predisposto dall’ASP, che prevede altri 100 posti per infermieri di cui 62 riservati proprio a chi si trova in stato di comando. Una decisione legittima, quella dei lavoratori, ma probabilmente poco bene accolta dagli altri infermieri che da anni attendono di riavvicinarsi verso casa. Fra l’altro il nuovo bando di mobilità, che forse poteva evitarsi con lo scorrimento della graduatoria e con la liberazione dei posti da parte dei comandati rinunciatari, andrà a costare all’ASP almeno 15.000 euro, la somma necessaria alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Allo stato attuale quindi gli infermieri che si trovano in comando hanno rinunciato, magari su suggerimento di qualche politico ritenuto il ‘reuccio’ della sanità, e sono stati quini assegnati 128 posti così distribuiti: 12 ad Alcamo, 45 al Sant’Antonio Abate di Trapani, 17 al Borsellino di Marsala e al Vittorio Emanuele secondo di Castelvetrano, 13 a Pantelleria e cinque ciascuno ai presidi ospedalieri di Salemi e di Mazara del Vallo.