Materie prime e guerra. Verso nuovo aumento del prezzo del pane ad Alcamo

0
63

Si marcia a tappe forzate verso l’aumento del prezzo del pane. Già questo è un argomento al centro dell’attenzione anche da parte dei panifici alcamesi. I primi rincari sui 10 centesimi si sono avuti ad Alcamo  per broscine, ciabatte, panini, pizzette ovvero tutti i tipi di generi alimentari che vengono infornati usando l’elettricità. L’ultimo aumento del prezzo del pane ad Alcamo è stato il primo settembre del 2021. In questo caso la guerra tra Russia e Ucraina ancora non era scoppiata, ma l’aumento del grano duro è cominciato dall’anno scorso per la riduzione dell’import dal Canada e la crisi delle materie prime che hanno raggiunto il picco lo scorso mese di dicembre. In Sicilia si produce un quinto del grano duro d’Italia circa sette milioni e 200 mila quintali l’anno. Prima della mietitura del luglio 2021 il grano duro siciliano costava meno di 30 centesimi al chilo, scoraggiando da anni la coltivazione degli agricoltori siciliani. Poi l’improvvisa impennata della domanda post lock-down e il contemporaneo ritiro dal mercato del 60 per cento del prodotto canadese.

Già i grandi pastifici sono a corto di farina e col prossimo inverno potrebbe scattare il razionamento allo studio del governo perché in Ucraina, granaio d’Europa, non si potrà seminare per la guerra scatenata  dal dittatore criminale Putin. Negli anni gli agricoltori siciliani hanno seminato sempre meno per i prezzi irrisori dl grano acquistato invece  a prezzi stracciati dai grandi produttori di pasta in Ucraina e Canada, che nell’ultimo anno ha ridotto la produzione per la siccità. Ora i nodi sono venuti al pettine. Contemporaneamente rincari ovunque per esempio i fertilizzanti sono aumentati da 38 euro a 110 euro al quintale. Per non parlare dei carburanti, benzina e gasolio e lo stesso ministro ha parlato di speculazione. La procura di Roma sui rincari dei carburanti ha aperto la solita inchiesta della quale non si saprà forse mai niente. Noi cittadini siamo in balia degli speculatori. Ieri si è celebrata la Giornata della memoria per le vittime della mafia.

Ma non è pure mafia quando il governo fa liberalizzazioni in modo che con la concorrenza si abbassino i prezzi. Invece fanno cartello e i prezzi aumentano? Ora la guerra in Ucraina è destinata a rincari a catena come dimostrano le maxi bollette di gas e luce. Intano nei cantieri edili scarseggia il materiale e la guerra penalizza l’export siciliano di vini in Russia con giro d’affari di 25 milioni. E un altro nemico circola tra noi il Covid per il quale non si deve abbassare la guardia. Ultima considerazione. I prezzi di gasolio e benzina si attesteranno per sempre sui due euro perché in Italia non si torna mai indietro. Con i 25 centesimi di riduzione i prezzi rimarranno lo stesso molto alti.