Mafia, tra gli arrestati il sindaco di Montelepre

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C’è anche il sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia tra le 37 persone arrestate stamane dai carabinieri. Tinervia, eletto in una lista civica di centrodestra, è accusato di concussione e concorso in estorsione; secondo gli investigatori avrebbe avuto stretti rapporti con il capomafia del paese Giuseppe Lombardo, anche lui tra gli arrestati.  L’indagine, condotta dai Pm della Dda Francesco Del Bene, Sergio De Montis e Daniele Paci, ha documentato numerosi episodi di estorsione. Le indagini hanno fatto luce su diversi casi di ‘pizzo’, ma anche su una serie di furti di bestiame destinato alla macellazione clandestina. Ma a destare più scalpore è la posizione del sindaco monteleprino, finito in carcere con l’accusa di estorsione e concussione. Sono state le intercettazioni ad incastrarlo. Ma i carabinieri non seguivano lui, piuttosto il capomafia del paese, Giuseppe Lombardo, fra gli arrestati del blitz. Lombardo non aveva segreti per i suoi uomini: raccontava tutto, e non immaginava di farlo davanti a una microspia. Un giorno raccontò pure di quando aveva scoperto la mazzetta intascata dal sindaco. La vittima era l’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto per ristrutturare la palestra del paese. Il capomafia rimproverò aspramente il primo cittadino, Giacomo, “Giacomino”, Tinervia. Perchè la prima mazzetta spettava a Cosa nostra. Così, dopo il rimprovero del boss, il sindaco avrebbe fatto da intermediario con l’imprenditore, per non scontentare Cosa nostra. E l’imprenditore pagò anche il pizzo, 20 mila euro. Il sindaco aveva già intascato 7 mila euro. Tinervia ha un passato di militanza nel movimento di Gianfranco Miccichè, alle ultime elezioni regionali è stato candidato con Fli. Un giorno, il boss rimproverò anche il consigliere comunale di Giardinello Vito Donato perché aveva discusso dello spostamento di un candidato da una lista all’altra senza interpellarlo. Anche un altro candidato a sindaco di Giardinello, Marcello Bommarito, avrebbe chiesto l’aiuto del padrino per la nuova tornata elettorale. Così diceva il capomafia in un altro imperdibile dialogo con l’amante per le strade del paese. Il sindaco uscente di Giardinello, Salvatore Polizzi, chiese invece aiuto al capomafia per sostenere il figlio, candidato al consiglio comunale: la sua voce è stata intercettata dai carabinieri. La posizione degli esponenti politici di Giardinello è adesso al vaglio della magistratura. Intanto, i loro nomi sono finiti nel provvedimento firmato dal gip Petrucci.