Licenziamenti all’IPAB di Alcamo. Uil parla di paradossi, accusa commissario ma non fa chiarezza

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Un tavolo di confronto istituzionale con a capo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Surdi, di cui facciano parte il commissario Vito Giuliana e i rappresentanti dell’assessorato regionale della Famiglia, potrebbe scongiurare il licenziamento di alcuni educatori attualmente in servizio alla comunità alloggio ‘La Coperta di Linus’ gestita dall’IPAB ‘Pastore-San Pietro’. Lo sostiene il segretario generale della Uil Funzione Pubblica di Trapani, Giorgio Macaddino, che così vorrebbe fare chiarezza sul futuro dell’Ipab alcamese e dei suoi lavoratori, “non trascurando – si legge in una nota – l’ipotesi di avvalersi di una strategia complessiva che certamente potrà portare vantaggi alla cittadinanza di Alcamo e all’amministrazione municipale”.

Il sindacalista poi intende fare chiarezza sulla vicenda ma la sua lunga nota affronta diverse tematiche riguardante paradossi, figure previste dalle leggi, ruoli e competenze dei lavoratori. Macaddino non parla però dello scambio di corrispondenza fra il commissario dell’IPAB e i lavoratori interessati e nemmeno del risultato degli incontri convocati, 24 e 25 gennaio scorso, proprio per la proposta di aumento delle ore settimanali di lavoro e per il futuro dell’IPAB e il paventato licenziamento. Il segretario provinciale della funzione pubblica della UIL, nella sua nota-stampa, parla soprattutto di paradossi. “Appare paradossale – scrive – la motivazione che il commissario mi aveva riportato circa il diniego degli educatori di non far ricoverare utenti su disposizione del tribunale dei minori. Come può un dipendente arrogarsi questa prerogativa ancorché non di sua competenza, quando tutto ciò dipende esclusivamente dalla governance della stessa struttura? Paradossale altresì mi è sembrato quando il commissario portava a mia conoscenza che l’IPAB ha un debito nei confronti dell’Inps di circa 800.000 mila euro per mancato versamento dei contributi previdenziali. Paradossale, ancora, è il fatto che tutto ciò non fosse stato segnalato alla corte dei conti”. “Certamente, invece, non mi sembra affatto paradossale – afferma il sindacalista – mantenere la prerogativa di avvalersi della legge che regolamenta il part-time. Cosa diversa è continuare ad aggravare la condizione dei lavoratori che già vantano sette mesi di mancata retribuzione – continua Giorgio Macaddino –  volendo fingere di aumentare ore al personale, aumento non richiesto e che comunque non raggiungerebbe il full time. La libertà di avvalersi del part-time – spiega il segretario Uil Fpl – non può essere un pretesto per buttare ombre e pregiudizio sulle unità lavorative che hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di dignità e condizioni di lavoro. Alla fine della nota il sindacalista UIL rafforza la richiesta di intervento del sindaco di Alcamo “che potrà ergersi a guida di un percorso – conclude Macaddino – che non pregiudichi il futuro dei lavoratori”.