La valorizzazione del territorio nei testi e nella musica di Vito Castiglione, in arte Jeko. L’artista, nativo di Custonaci, ha partecipato nel 2012 al premio Mia Martini con la canzone “Welcome to Sicily”, miglior brano radiofonico. Inoltre ha trionfato ad Area Sanremo con “Mare di Sicilia”, ma alla base di tutto c’è l’amore incondizionato verso la Sicilia. Prossimamente sarà ospite del format “Aperitivo Con…”, ma intanto conosciamolo meglio.
Come si genera in Jeko la passione per la musica?
“Se dovessi raccontarti la mia vita ti direi che la musica è stata da sempre la mia migliore compagna, fin da piccolo ascoltavo assorto ogni melodia e ogni evento musicale, dalle sfilate bandistiche ai concerti), tutto diventava per me un momento di magia, un momento in cui dalla realtà si passava ai sogni. Una passione innata che ho coltivato nel tempo; ho iniziato quindi a studiare musica e da allora è stato tutto un crescendo. Dopo aver strimpellato una moltitudine di strumenti, per caso, come accadono le cose più importanti, partecipai ad un concorso canoro e confermato dal parere della giuria ho scoperto la mia vera passione: il canto. Oggi resta per me il mio mezzo di comunicazione, quello con cui mi racconto, quello con cui trasmetto le mie emozioni”.
Quanto ti ha aiutato la tua terra per tirar fuori l’ispirazione per i tuoi testi?
“Nei testi la mia terra è una presenza fondamentale, anche quando questa non è palesata, lei c’è, è la mia musa ispiratrice. I colori, i profumi, la cultura della mia terra, troppe volte denigrata o relegata solo ad essere palcoscenico di eventi tristi o apprezzata esclusivamente per le bellezze naturali fini a se stesse merita qualcosa in più. I testi sono ricchi di spunti e riflessioni su quanto bella è la nostra isola. Ho citato le ricchezze e le problematiche legate all’esodo verso le nostre coste dei tanti emigrati in cerca di fortuna. Vorrei tanto che i miei testi diventassero un mezzo per veicolare e promuovere, anche attraverso le immagini girate nelle più belle location della provincia, il nostro territorio, le nostre origini, la passione e il calore del popolo siciliano anche grazie all’uso del dialetto”.
L’obiettivo è quello della valorizzazione del territorio?
“Si certo. L’idea, naturalmente, è quella di valorizzare le risorse della nostra terra, così da poterle divulgare ai fini della sua promozione e dello sviluppo turistico. Cerco di promuovere il mio territorio slegandolo dagli stereotipi folkloristici e dai preconcetti per il quale ho liberato tutte le energie creative per far vivere interiormente l’atmosfera che si respira nella nostra meravigliosa Sicilia”.
Nella tua carriera sei stato fra i vincitori di Area Sanremo, quanta soddisfazione?
“Si, dopo aver partecipato una prima volta con un testo in italiano che ricalcava i ritmi della nostra musica leggera, non avendo raggiunto gi obiettivi preposti ho voluto riprovarci con il singolo Mari di Sicilia, scritto a quattro mani con Gianpiero Risico e Alberto Anguzza.
L’esperienza negativa della prima partecipazione si è poi rivelata un’esperienza molto positiva perché mi ha permesso di capire che per distinguersi dalla massa occorreva far sentire altro, uscire dai soliti schemi e trovare nuove sonorità che potessero colpire e sorprendere quella celeberrima “giuria di qualità”.
Da lì ho iniziato a lavorare per questo nuovo progetto, che potesse fare la differenza, e con la collaborazione del mio amico fraterno Gianpiero Risico, che con la sua enorme esperienza nel mondo musicale ha saputo darmi un preziosissimo aiuto, è nato “Mari di Sicilia”.
La canzone assurge dai ritmi che portano la solarità del folk contemporaneo e racconta una storia antica, quella dell’uomo che va alla ricerca di una vita migliore e che le cronache dei nostri tempi hanno rivelato essere, ahimè, una storia moderna e che continua a ripetersi. Uomini che partono da una terra arida spinti dalla forza della disperazione e raggiungono le nostre coste con la speranza nel cuore, ma che fin da subito si scontrano con una realtà molto diversa da quella immaginata, ad accoglierli(nella canzone) ci sono i poveri pescatori che a loro volta affermano che oltre le bellezze naturali, anche qui non c’è più nulla, solo “lische da liccari”.
Questo è il brano che mi ha permesso di superare le varie e faticose fasi dell’Area Sanremo, e di distinguermi tra i 400 artisti partecipanti che rincorrevano il palco dell’Ariston.
Non avrei mai potuto immaginare di raggiungere questo traguardo, il livello era davvero alto e per uno come me che è partito dal nulla e non aveva alcuna produzione alle spalle, a differenza dei molti, riuscire a conquistare la giuria era davvero un miraggio. La soddisfazione è stata enorme soprattutto perché insieme a me aveva vinto la mia Sicilia, quella che volevo raccontare.
Un’altra delle soddisfazioni che mi ha regalato questa vittoria è stata, attraverso le location del videoclip che ha riscosso migliaia di visualizzazioni, quella di poter pubblicizzare e promuovere il mio territorio, facendo conoscere in posti lontanissimi la mia Custonaci. Oltre l’incredulità per la vittoria, c’era quindi anche la soddisfazione di non aver reso inutili gli aiuti che avevo ricevuto per produrre il brano, non perdo mai occasione, infatti, di ringraziare tutto il settore marmifero e l’amministrazione comunale di Custonaci che ha supportato la mia avventura.
Mi emoziono ancora al ricordo, inoltre, della vicinanza e del sostegno della mia gente e dei miei fan che tutt’oggi continuano a darmi forza e a incoraggiarmi nel continuare il mio progetto che, purtroppo, date le esigue risorse diventa difficilissimo da portare avanti. Io mi sforzo comunque nel fare in modo che i miei sogni non restino tali”.
Intervista di Salvo Ferrara
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