“Freezer”, appello del processo stralcio. Improcedibilità per Palmeri e Zanca, condannato Turriciano

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Dopo oltre sei anni l’operazione antimafia Freezer ha nuovi strascichi processuali. In appello sono arrivate infatti due assoluzioni e una conferma di condanna. Erano stati tutti condannati in primo grado nel 2018 dal Tribunale di Trapani, in uno stralcio del processo principale, con l’accusa di violenza privata aggravata: si tratta dei castellammaresi Leonardo Zanca di 43 anni, Leonardo Palmeri di 44 e Vito Turriciano coinvolti nell’operazione antimafia che la polizia mise a segno fra Alcamo e Castellammare del Golfo nel 2017.

Zanca e Palmeri, quest’ultimo noto imprenditore, erano stati accusati di aver costretto un commerciante castellammarese a trasferirsi a Milano a causa della relazione sentimentale che quest’ultimo aveva intrapreso con la compagna del Palmeri. Dopo la prima condanna a due anni di reclusione, è stata emessa adesso dalla Corte di Appello di Palermo per Palmeri e Zanca, difesi dagli avvocati Saro Lauria, Massimo Gagliardo ed Eligio Scaglione, l’assoluzione per improcedibilità. Il reato di violenza privata, a seguito della riforma Cartabia, è stato infatti inserito tra quelli procedibili soltanto a querela di parte.

Confermata, invece, anche in appello la condanna in primo grado ad un anno e tre mesi di reclusione per il 76enne Vito Turriciano, difeso da Saro Lauria, accusato di estorsione consumata in concorso con il boss alcamese Ignazio Melodia, soprannominato “u dutturi”, a danno degli imprenditori alcamesi, i fratelli Cacioppo.

I fatti risalgono al 2015 quando uno dei due alcamesi, che aveva subito un incendio nella sua villa ad Alcamo, avrebbe ricevuto una richiesta di denaro da parte di Turriciano per la costruzione di alcune villette a Castellammare del Golfo. La condanna dello stesso Turriciano, difeso dall’avvocato Saro Lauria, è stata stabilita dalla corte d’appello in prosecuzione con la pena definitiva a dodici anni per mafia cui è sottoposto.