Frana di Alcamo Marina Diffide e proteste dei proprietari dei villini chiusi

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Il danno di non potere utilizzare da nove anni le proprie case di villeggiatura di Alcamo Marina, realizzate con tanto di concessione edilizia a causa del costone franato 9 anni fa. Ma gli ultimi tre proprietari, dopo anni di attesa per avere giustizia sia civile che penale, la sentenza civile per il risarcimento dei danni è prevista a giorni, hanno deciso di marcare stretto tutte le Istituzioni, in primis il Comune, per cercare di ottenere la revoca dell’ordinanza di inagibilità, supportata dallo studio geologico commissionato ad un privato. Il nuovo capitolo è la decisione presa nello studio dell’avvocato Maurizio Lo Presti di mettere ancora una volta mano alla carta bollata per diffidare Comune e dirigenti affinché intimino alla coppia di coniugi, che hanno la villa in cima alla collina, di procedere all’esecuzione della relazione geologica “per stabilire se il costone è stabile o meno”. “In caso contrario – dice l’avvocato Lo Presti –il Comune si sostituisca ai proprietari ai quali successivamente chiederà il rimborso delle spese”. La diffida nasce da una recente relazione dell’Ufficio della protezione civile del Comune di Alcamo in risposta alla richiesta di revoca delle ultime tre ordinanze di chiusure dei villini. Nella relazione scrive il Comune “che è emersa la necessità di effettuare studi e indagini-tecnico geologiche più approfondite e puntuali in grado di fornire elementi certi circa la effettiva pericolosità e stabilità del sito ai fini di un’eventuale revoca delle ordinanze emesse”. Sollecitata la massima celerità. Nei giorni scorsi è stato scritto l’ennesimo capitolo della vicenda giudiziaria con la proroga delle indagini, notificate   per quattro indagati. Ipotesi di reato: abuso d’ufficio. Per altri due: inosservanza del provvedimento amministrativo. Il gip del tribunale di Trapani accogliendo la richiesta del Pm, Andrea Tarondo  ha concesso altri sei mesi di tempo per la vicenda della frana del costone di una collina ad Alcamo Marina, che va avanti dal mese di febbraio del 2009. Tra gli indagati l’ex sindaco  Sebastiano Bonventre il quale afferma: “Un privato esegue un abuso edilizio prima del mio insediamento. Per tale abuso si determina una frana su altro terreno privato, danneggiando interessi sempre privati. L’ordinanza di sgombero è firmata da Scala. La sentenza di primo grado che attribuisce la responsabilità al privato autore dell’abuso interviene successivamente alle mie dimissioni. Mai stato interessato da un problema che riguarda una controversia tra privati.  Non è problematica legata al dissesto idrogeologico da inosservanza del Comune.  Cosa c’entra un abuso d’ufficio da parte mia?”.  Una vicenda complessa anche a causa dell’urbanizzazione selvaggia di Alcamo Marina, dove dalla fine degli anni ’50 si iniziò a costruire abusivamente in barba a leggi e regolamenti provocando danni irreparabili al territorio. Le vittime incolpevoli della frana seguiranno le fasi minuto per minuto martellando il Comune, rivolgendosi  ai giudici e se è il caso anche alla Corte Europea.