Energie rinnovabili, GdF scopre truffa milionaria. Denunciati partinicese e alcamese

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Moglie alcamese e marito partinicese. Da alcuni anni avevano avviate due società, con sedi a Partinico, impegnate nell’incremento dell’efficienza energetica e nella produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Ai clienti, che pagavano quasi esclusivamente in contanti o cifre ben al di sotto di quelle poi denunciate nelle domande di rimborso, proponevano prezzi molto concorrenziali per avviare le pratiche e avviare gli impianti. La coppia sarebbe poi rientrata dalle spese non appena le domande inoltrate al portale termico del GSE spa, il Gestore Servizi Energetici, sarebbero state finanziate. Una parte del contributo andava al cliente che aveva sottoscritto la delega e buona parte rimaneva nelle mani dei due imprenditori.

Il notevolissimo giro di affari e l’aumento considerevole del numero di domande di contributo, oltre 5.000.000 di euro in tre anni, ha messo in allerta il GSE che ha contattato l’agenzia partinicese della Banca Don Rizzo dalla quale partivano i bonifici al gestore, risultati poi del tutto fasulli. Da qui la denuncia dell’istituto di credito che ha fatto partire le indagini dei finanzieri del comando provinciale di Trapani e della Tenenza di Alcamo, nell’ambito di un’articolata attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, che hanno scoperto la mega-truffa orchestrata dalla coppia grazie alle due società con sede operativa a Partinico.

Il GIP ha quindi disposto il sequestro d’urgenza di due complessi aziendali nonché di somme di denaro, beni mobili e immobili fra Partinico, Alcamo e San Vito Lo Capo, per un totale complessivo di oltre 5.000.000 euro, l’equivalente della truffa, nei confronti del marito partinicese e della moglie alcamese accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e sostituzione di persona in relazione all’indebita percezione di contributi pubblici erogati dal gestore servizi energetici. Gli inquirenti avevano anche chiesto per la coppia la misura cautelare ma il giudice ha invece disposto la denuncia a piede libero.

L’attività investigativa ha permesso di rilevare che le due società, specializzate in impiantistica, nel periodo compreso tra il 2017 e il 2020, attraverso la presentazione di circa 2.300 richieste per la fornitura e l’installazione di impianti solari termici, avrebbero conseguito incentivi, in tutto o in parte non spettanti, per un importo totale di oltre 5.000.000 euro, tramite artifici e raggiri consistiti nel presentare all’ente erogatore documenti sui quali erano apposte firme false (apparentemente riconducibili ai clienti delle società), fatture sostanzialmente fasulle con importi gonfiati o riferibili a installazioni mai effettuate, copie di ricevute di bonifici in realtà mai disposti in banca.

L’indagine condotta dai finanzieri della Tenenza di Alcamo, diretti dal capitano Fabiana Minardi, ha consentito di far emergere un sistema di raggiri e falsità che consentiva ai due imprenditori di installare impianti solari termici a prezzi veramente bassi e fuori mercato.