Elezioni sottotraccia

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    di Antonio Pignatiello

     

    «La Sicilia ha l’assemblea regionale più numerosa rispetto a tutte le altre, i partiti spendono senza rendicontare le uscite. La politica ha il dovere di ascoltare il grido che giunge dalla gente disperata per la grave crisi e priva di fiducia nel futuro. In Sicilia il fenomeno della corruzione è più grave che altrove, per via dei legami con la politica, eppure in questa campagna elettorale non si indicano prospettive concrete ma ci si limita a discorsi generici». L’ha detto il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, a margine dei lavori della Conferenza episcopale siciliana .

    E’ dovuto intervenire il Cardinale di Palermo sulle prossime elezioni per cercare di smuovere le coscienze e un dibattito. Queste elezioni stanno passando un po’ in sordina e i motivi devono essere diversi. Pochi cittadini sanno come si vota, per esempio un solo giorno, il 28 ottobre dalle 8 alle 22 e non ci sarà ballottaggio come in tutte le altre elezioni amministrative ma diventerà Presidente chi prende più voti.

    I deputati regionali saranno sempre 90 e non c’è stata alcuna diminuzione come in tanti avevano affermato come al solito in propositi poi non messi in pratica, legge elettorale da cambiare compresa. C’è invece lo sbarramento del 5% per le liste come a dire che le minoranze politiche o si alleano e vengono inglobate nelle grandi formazioni dei partiti o scompaiono.

    Sono ben 19 i candidati alla Presidenza e il cervellotico marchingegno per essere eletti anche quest’anno vede il listino, un seggio al candidato presidente che arriva secondo, come alle competizioni sportive una medaglia, il resto diviso per province che diventano collegi.  Venti deputati a Palermo, 17 a Catania, 11 a Messina, 7 a Trapani e Agrigento, 6 a Siracusa, 4 a Ragusa e Caltanissetta e 3 ad Enna.

     

    Di queste elezioni se ne parla poco per ora, quasi non si voglia. Si dovrebbero elencare infatti a parlarne gli arresti, le indagini delle Procure, lo stesso Presidente uscente ne è stato sfiorato, poi i quattro Governi Lombardo con coalizioni completamente diverse da come era stato votato. I finanziamenti europei non spesi, l’Europa anzi che rivuole soldi indietro, gli oltre ventimila precari sempre appesi alla promessa della stabilizzazione che non avviene mai e non ne parliamo dei disoccupati e di chi aspetta un concorso che nemmeno la precarizzazione vedono più come sbocco. Senza contare che l’ultima notizia che arriva da Roma è quella di una diminuzione dei poteri delle regioni rispetto allo Stato e delle stesse cinque regioni autonome. I conflitti poi con il Commissario del governo che una volta si e un’altra pure impugna parte delle leggi e decisioni dell’Ars.

    In tutto questo marasma che sembra non si debba dire, i candidati ci provano, con alleanze e divisioni, proclami e speranze perché l’unica responsabilità tocca ai cittadini secondo la legge. Loro li votano e loro eventualmente non li confermano. Ma i cittadini ormai forse qualcosa l’hanno capita.