Dimensionamento scolastico, attesa Corte Costituzionale. Turano incontra ANCI

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La questione è ancora parecchio complicata e intricata. E’ quella del dimensionamento scolastico, vale a dire della scomparsa degli istituti che non superano la soglia minima di iscritti per mantenere la loro autonomia. Sindacati e regionali hanno presentato e stanno presentando ricorsi alla giustizia amministrativa e alla corte costituzionale. II TAR del Lazio  non ha concesso la sospensiva al provvedimento richiesta dal sindacato FLC della CGIL. La giustizia amministrativa, infatti, si era già espressa tramite il TAR della Campania che aveva sollevato l’illegittimità di alcune norme. Per questo è stata chiamata ad esprimersi la corte costituzionale. Una vicenda che comunque non sembra di rapida soluzione. In quest’ambito e in quello relativo alla diminuzione del numero di presidi, in Sicilia rischiano poco meno di venti dirigenti scolastici e alcuni istituti anche nel trapanese, in particolar modo a Castelvetrano, Marsala, Castellammare del Golfo ed Alcamo.

Nella cittadina alcamese è a rischio la sopravvivenza del San Giovanni Bosco che anzi, alla luce di una legge che diversi anni fa aveva decretato lo stop alle direzioni didattiche, avrebbe già dovuto chiudere i battenti da tempo. L’istituzione scolastica, però, vanta oltre 900 alunni e quindi il numero necessario a mantenersi in vita. Alla guida dell’assessorato regionale all’istruzione c’è un alcamese, l’onorevole Mimmo Turano, che alcune settimane fa aveva definito contro legge le proposte avanzate dal comune di Alcamo. Ieri lo stesso assessore ha tenuto un incontro con l’ANCI Sicilia, l’associazione dei comuni. “Al  presidente Amenta – ha detto Turano – ho assicurato un ulteriore momento di confronto a conclusione delle nove riunioni delle Conferenze provinciali che si stanno incontrando in questi giorni proprio sul piano”. “Si tratta di un cammino condiviso per arrivare a una razionalizzazione più che ad un dimensionamento della rete scolastica – ha ribadito Mimmo Turano -. Una condivisione che tiene conto delle necessità e delle diversità dei territori, ma che ha anche criteri di scelta chiari, come quello di tutelare i comuni più piccoli e isolati”.