‘Delivery’ della droga a Castellammare, chiesti 10 anni e 7 mesi per Bosco. Sentenza mercoledì

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Condanne abbastanza pesanti sono state richieste dai pm Francesca Urbani ed Eleonora Sciorelli per i nove imputati che avevano scelto il rito abbreviato e che erano stati coinvolti nell’operazione ‘Delivery della droga’ messa a segno dai carabinieri a Castellammare del Golfo lo scorso mese di marzo. La procura ha invocato 10 anni e sette mesi di reclusione per il castellammarese Salvatore Bosco, figlio di un noto esponete mafioso detenuto con il 416 bis. Condanna pesante richiesta anche per la 42enne Emanuela Di Bartolo, compagna di Bosco, e madre di Davide Calabrò, giovane di 22 anni.

Sette anni di carcere sono stai richiesti dai PM Urbani e Sciorella per il palermitano Domenico Bellomonte e quattro per Ivan Ferro, altro castellammarese. Chiesta la reclusione anche per tutti gli altri imputati:   Salvatore Ferrara di Trappeto, Antonino Furco di Borgetto, il partinicese Antonino Maragliotti e il palermitano Gabriele Piazza.  Repliche e controrepliche di pm e difensori sono state già programmate per l’udienza di mercoledì prossimo 7 dicembre.

In quella sede sarà emessa anche la sentenza per il processo scaturito dall’indagine dei carabinieri che fecero luce sul traffico e lo spaccio di droga, a Castellammare del Golfo, nel periodo più critico della pandemia e anche durante il lock-down. I militari dell’Arma avrebbero quindi disarticolato un organizzazione che, secondo l’accusa, gestiva un vasto sistema di “delivery” (consegne a domicilio) di marijuana e cocaina, sostanze che venivano acquistate rispettivamente a Partinico e nel quartiere Zen di Palermo.

Gli scambi dello stupefacente sarebbero avvenuti vicino alle abitazioni dei presunti spacciatori, presso gli unici esercizi commerciali aperti nel periodo delle più stringenti misure di contenimento della pandemia, nonché nel corso di festini riservati, organizzati in abitazioni private.

Nell’altro troncone del processo, quello con il rito ordinario, sono invece imputati, dinanzi al giudice Mauro Cantone,  i castellammaresi Lorenzo Poma, Sebastiano Ferrarello, Dario La Puma, Sebastiano Domingo, Pietro D’Aguanno, Antonia Latona e il palermitano Marco Sciabica. Aveva invece patteggiato una pena a due anni e 11 mesi il cinquantenne Massimo Catanzaro mentre è stata stralciata, per un vizio di forma nella notifica degli atti, la posizione di Giuseppe Bosco, fratello di Salvatore.