“Delfino” spiaggiato e morto. Tante ore di impegno per la Capitaneria, poi ingiustamente accusata

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Spesso i social e coloro che assumono prese di posizione a prescindere, soltanto perché schierati al fianco di questo o quel settore, di questa o quella associazione, provocano un putiferio di polemiche e anche una gran confusione riuscendo anche a distorcere sostanziosamente la verità delle cose. E’ accaduto anche ieri e l’altro ieri in merito al povero cucciolo di delfino, più precisamente di Stenella, spiaggiatosi ad Alcamo Marina e poi morto dopo una lunga agonia. Il dolore per le condizioni di quel povero e amabile animale, hanno fatto scatenare qualcuno che se l’è presa, anche con accuse pesanti, con la Capitaneria di Porto e con chi, per competenza, può per legge intervenire in questi casi, sul demanio marittimo.

I militari di stanza a Castellammare del Golfo, con la presenza del comandante Maurizio Scozzari, sono interventi più volte allertati alle 11,08 della mattina di giovedì scorso, da un giovane fotografo alcamese appassionato di surf, Dario Di Liberti, che ha anche divulgato le immagini dei suoi tentativi di rimettere in acqua la stenella. Gli uomini della capitaneria, arrivati sul posto, hanno subito chiamato Roberto Puleio, dirigente del centro regionale cetacei e poi sono rimasti sul posto fino alle 13.

Il giovane alcamese, alla presenza dei militari, ha tentato più volte di spingere il delfinotto in acqua e ad un certo punto pareva che la sua enorme fatica fosse stata ripagata. Ma nel pomeriggio il cucciolo, alle 15,30, quando la capitaneria è ritornata sul posto, era ancora nell’acqua bassa, a circa 30 metri dalla spiaggia. Sui social si è invece scatenato un attacco furibondo ai militari accusati di non avere fatto nulla e di lavorare soltanto per recepire lo stipendio. Niente di più falso, almeno nella circostanza. Il comandante Scozzari assieme ai suoi uomini e al giovane fotografo alcamese hanno tentato per più di cinque ore di rimettere in acqua la stenella che però, cucciolo e senza più contatto con la madre, difficilmente sarebbe potuta sopravvivere. Poi alle 5 di ieri mattina le continue chiamate e segnalazioni hanno spinto vigili del fuoco e carabinieri a spostare verso la strada la carcassa del cetaceo oramai morto. Un’operazione questa che forse sarebbe dovuta spettare, per legge, soltanto alla capitaneria.

I marittimi sono quindi tornati ad Alcamo Marina, hanno caricato il “delfinotto” sul loro mezzo e lo hanno accompagnato all’istituto zooprofilattico sperimentale siciliano. Qui adesso sarà sottoposto ad autopsia per accertare le cause della morte. Intanto il caso ha fatto il giro del web ed ha raggiunto anche testate giornalistiche che hanno riportato le lamentele delle associazioni animaliste che hanno puntato il dito contro l’impegno, nella vicenda, della Guardia Costiera.

E’ atteso adesso un comunicato-stampa del corpo della marina militare che spiegherà passo passo l’andamento dei fatti. Di certo il comandante della capitaneria di Castellamamre del Golfo, Maurizio Scozzari, vorrà tutelare l’immagine sua, dei suoi militari e dell’intero corpo: l’intenzione è quella di presentare querela nei confronti di tutti coloro che sui social sarebbero stati protagonisti di una vasta diffamazione.