Custonaci-Estorsioni ad imprese, in manette un alcamese

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CUSTONACI – Arrestati dai carabinieri due estortori, di cui un alcamese, per avere tentato di intimidire alcune imprese che stavano realizzando a Custonaci delle opere pubbliche. A finire in manette Lorenzo Poma (nella foto), 56 anni, che risulta essere domiciliato ad Alcamo marina, e Antonino Barone, 68 anni di Custonaci. I carabinieri della Compagnia di Alcamo erano sulle tracce dei due oramai da diverso tempo, esattamente dal novembre dello scorso anno. Sin dal loro primo tentativo di intimidazione che fu posto in essere nei confronti dell’impresa Rovil di Roma che stava effettuando gli interventi per la realizzazione del gas metano per conto dell’Italgas a Custonaci. Poma e Barone si sono prima presentati alla ditta chiedendo l’assunzione di personale all’interno del cantiere ma al primo diniego hanno fatto trovare una bottiglia contenente del liquido infiammabile ed un accendino su di un mezzo della Rovil. Il mese successivo venne inviata una lettera minatoria in cui si rivendicava l’attentato del mese precedente e nel gennaio di quest’anno fecero una telefonata minacciando di far saltare tutto in aria se non si fosse proceduto all’assunzione del figlio di uno dei due estortori. A maggio poi Barone e Poma, secondo la ricostruzione degli inquirenti, presero di mira un’altra impresa, la Icomit di Catania impegnata a realizzare il restyling della villa comunale sempre di Custonaci. Stesso modus operandi ma questa volta con segnali ancor più eclatanti a modo di vedere dei due malavitosi: fu collocato un bidone di grosse dimensioni con su attaccata una miccia ed un accendino, come in effetti veniva poi riscontrato dagli inquirenti. A questo primo eclatante atto intimidatorio: anche qui hanno fatto seguito una lettera e una telefonata di minacce. I due sono stati incastrati da una serie di riscontri attivati dagli inquirenti attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese. Barone e Poma pare abbiano agito sganciati da organizzazioni criminali: in pratica sarebbero entrati in azione autonomamente, spinti anche dall’attuale contesto di crisi socio-economica e dalla difficoltà di trovare lavoro.

La complessa ed articolata attività investigativa ha permesso di far piena luce e di ricostruire uno spaccato sociale caratterizzato da arroganza e prevaricazione, nell’ambito del quale è emerso il progetto criminoso dei due soggetti, ovvero quello di avvalersi della forza di intimidazione con tipiche modalità “mafiose”, per poter influenzare la gestione delle assunzioni presso le due aziende. I reati contestati a Poma e Barone sono quelli di tentata estorsione continuata in concorso. Per la provincia di Trapani un reato tipico secondo la Procura