Corteo a Marsala con 200 trattori per manifestazione agricoltori. In campo 6 sindacati

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Un migliaio di agricoltori provenienti da tutta la provincia di Trapani, oltre 200 mezzi agricoli di cui 152 trattori autorizzati a partecipare dalla Questura di Trapani, 5 organizzazioni sindacali e una cinquantina di operatori dell’informazione. Grandi numeri per la manifestazione indetta dalle segreterie provinciali di CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA e LIBERI AGRICOLTORI. I mezzi agricoli e gli addetti del settore agricoltura da ieri mattina alle 9 hanno occupato l’area attrezzata del mercatino di Marsala, nei pressi dello stadio, per un pacifico SIT IN. La misura più urgente, quella che potrebbe rimpinguare le casse degli imprenditori agricoli, resta quella relativa del ristoro dei danni subiti dalle produzioni nelle due ultime campagne agrarie. Le aziende agricole chiedono, altresì, la possibilità a reinvestire gli “utili” nell’azienda con il duplice scopo di migliorare il ciclo produttivo e rimanere competitive sui mercati dopo i danni causati dalla pandemia prima e dagli scenari di guerra dopo che hanno fatto raddoppiare se non triplicare i costi di produzione. “E’ prioritario il riconoscimento del ristoro quanto il credito d’imposta per rilanciare il settore – sostiene Cipriano Sciacca, segretario regionale di FederAgri – -. Il riammodernamento del parco macchine e delle attrezzature agricole con il Credito d’Imposta allargato a: concimi, fertilizzanti, fitofarmaci, carburanti e prodotti energetici, ridarà competitività alle aziende permettendo loro di ricevere quel tanto agognato valore aggiunto che finisce spesso e volentieri nelle tasche degli speculatori di turno”.  Condizioni meteorologiche eccezionali a parte uno dei più grossi problemi dell’agricoltura siciliana è la concorrenza sleale e l’operare in un libero mercato viziato. Ciò è quanto avviene principalmente nel mondo vitivinicolo dove il prezzo delle uve da mosto non permette più la coltivazione delle stesse. I viticoltori si attestano i costi sempre più gravosi della coltivazione ed il vino sfuso delle Cantine Sociali finisce poi per essere svenduto.